Eroico BIKER senza frontiere.
A VOLTE RITORNANO
Stephen King
- Categoria libro: Narrativa straniera
- Stato lettura: LIBRO CONCLUSO il 27/05/2021
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Non sono un grande amante dei racconti e per un motivo molto semplice: sono molto difficili da scrivere, e sono molto difficili da leggere. Il tema deve essere esposto chiaramente e integralmente ma tramite un estrema forzatura del linguaggio per essere breve e deve riuscire a creare dei sottintesi ma chiari per dire tanto ma con poche parole. King, autore che amo incredibilmente da quando l'ho scoperto, in questo caso mi delude poiché la maggior parte di questi racconti sono piuttosto "storielle", spesso più identificabili come bozze che come racconti veri e propri. Innanzitutto sono troppo brevi; in secondo luogo hanno tutti quanti la struttura di "parabole" con finali sempre tralasciati perché solo evocati ma con malriuscito intento. Le storie narrate sono anche belle ma veramente troppo corte e ciò produce inevitabilmente superficialità, inoltre la storia troppo corta non permette di giocare molto con la scrittura per cui si perdono alcune caratteristiche che sono le mie preferite di King ovvero il "canto". Se volete un libro poco impegnativo e osannate questo scrittore a livello di "tifo", allora fa per voi: se invece volete letture che, bene o male, siano sempre un po' impegnative e (o) se siete come me, dissacranti iconoclasti che non vi piegate mai alla tifoseria da stadio, allora sappiate che anche se lasciate perdere questa raccolta non vi perderete nulla. Io l'ho trovata incredibilmente noiosa sebbene vi siano alcuni spunti carini. Niente a che vedere con La Zona Morta dove i racconti, oltre ad essere un attimo più corposi, lo sono soprattutto a un livello stilistico e via sia una specie di continuità fra i vari capitoli come fossero dei leitmotiv appena accennati, o come quella assoluta meraviglia che è Stagioni Diverse ma qui siamo già su un altro piano con racconti ben più lunghi. Certo, ci sono alcune perle tra cui Camion che tuttavia è troppo breve e delude perché non sviluppato, e A Volte Ritornano che è veramente bello ma si salva perché, appunto, un po' più articolato.
Il racconto I Figli del Grano è un caso tipico: cazzo inizia benissimo, fa agghiacciare, le prime pagine sono una bomba totale; poi di colpo rallenta con Burt che sta lì a pensare trasognato e King che ci dice che Burt sta lì a pensare trasognato, di colpo finisce. Merda. Ti resta solo un gran nervoso.
Diversamente, colpiscono a fondo le due novelle L'ultimo piolo e La donna nella stanza che peraltro non sono assolutamente racconti dell'orrore ma racconti incredibilmente tristi, nostalgici, e sconfitti. Anche in questo caso avrei preferito qualche pagina in più ma pazienza.
Nel complesso un libro perlopiù noioso spesso composto da bozze e appunti che poi diedero vita a suoi romanzi (vedi Risacca Notturna e Jerusalem's Lot) che possono interessare più un biografo che un lettore. In poco più di 300 pagine ci sono ben 20 racconti: troppi.
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