Sarà che ho letto troppi libri di
King negli ultimi due anni e devo essermi un po' assuefatto, ma questo libro mi ha proprio rotto i coglioni. Non me la sento di dire che sia brutto: è scritto bene, molto bene, la suspence c'è, Annie è tratteggiata talmente bene che le sue uscite molte volte sono imprevedibili e per nulla scontate, la povera pazza dimostra una lucidità e una spietatezza agghiaccianti; allo stesso tempo la dipendenza dalla sua aguzzina di Paul Sheldon è sconcertante nel suo realismo. Tuttavia è tirato un po' troppo per le lunghe, spostato a tratti troppo verso la parodia della dipendenza dello scrittore dai suoi lettori. Sarebbe stato meglio, a mio avviso, saltare questo tratto a pie' pari, saltare anche i riporti del romanzo di Misery che Paul scrive in prigionia, e magari anche ampliare un po' il mondo in cui avviene la storia poiché avviene tutta dentro la stanza in cui lo scrittore è esiliato e sebbene sia chiaro che ciò sia un artificio esplicitamente pensato per evocare un certo senso di claustrofobica reclusione nel lettore, finisce, data la lunghezza del romanzo, con l'appiattirne un po' il mondo portando alla noia.
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