Eroico BIKER senza frontiere.
LA LUCE MORENTE
George R. R. Martin
Stato lettura: LIBRO CONCLUSO IL 24/12/2022
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Il titolo originale è "Dying of the light" ed è tratto da una poesia di Dylan Thomas; non traducibile perfettamente in italiano (l'inglese in questi casi di gerundio è veramente imbattibile), "la morte della luce" suona malissimo mentre "la luce morente" rende il senso ma perde in poesia, "dying of the light" è un'espressione meravigliosa ma del resto è poesia che di per sé è intraducibile se non per rendere il senso ma perdendo la forma. La poesia è così, non oso pensare di leggere Leopardi in qualsiasi altra lingua che il magnifico italiano e se provate a leggerlo - ad esempio - in inglese vi verrà da piangere. Comunque, il libro rende onore al magnifico titolo, inizialmente ero titubante poiché non sono un amante delle ricostruzioni linguistiche di culture aliene nella fantascienza ma qua parliamo di una scrittura usata in maniera sublime e non serve dover continuamente rivolgersi al glossario se non per chiarimenti fini a se stessi poiché il ritmo della narrazione e le evocazioni di fine dei tempi riescono a colmare ogni dubbio. Martin è fantastico per come riesce a rendere bene l'immane senso di desolazione di un pianeta al suo declino e contemporaneamente ad usare termini inesistenti "alieni" per rafforzare tale scenario, questo Worlorn la cui momentanea perché acquisita rotazione attorno al sistema stellare multiplo è ormai alla sua fine e l'effetto di fionda gravitazionale sta per gettarlo nuovamente nelle profondità dello spazio, probabilmente nel buio oltre le ultime propaggini della nostra Galassia, mentre il gelo dello spazio fisserà forse per sempre i resti delle città costruite per un momento di gloria umana - il Festival - e ormai già abbandonate. Mentre leggete riuscite di continuo ad immaginarvi questo orizzonte di decadenza totale e vi farà montare un'angoscia ed un senso di solitudine allucinanti come solo la grande fantascienza riesce a fare. Città abbandonate con strade vuote ancora illuminate, ristoranti gestiti da intelligenze artificiali che continuano ad apparecchiare i tavoli dove nessuno siede da anni, palazzi pieni di musica ormai inutili ad alcuno, porticcioli pronti a battute di pesca dove nessun passo risuona e risuonerà più, il giorno velato da una luce crepuscolare poiché il "sole" Grasso Satana è ormai troppo lontano e le notti scure quasi prive di stelle e angosciatamente silenziose.
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