I due fratelli Singer sono una garanzia di altissima letteratura. Ammetto spudoratamente non saprei decidere quale dei due preferisco anche se Israel ha, a mio avviso - ma pare anche per il fratello - un che di più, qualcosa che non saprei definire in altro modo se non "tono nostalgico" che in Isaac invece è assente, mentre prevale un certo tono di disperazione e perdita. Tuttavia la mia indecisione è grande, anche dettata dal fatto che considero
un capolavoro assoluto ai livelli di un Thomas Mann, per intendersi.
Anche qui, come in
Ombre sull'Hudson, vi sono personaggi che, a seguito della guerra, della perdita della identità culturale e della patria, come pure delle famiglie ed amici e cari, più che personaggi sono mere ombre che si muovono in questa America che gli ha dato la sicurezza di un rifugio ma in cui non riescono a ritrovare la loro vita. Ombre di chi, o di cosa, non è dato saperlo, certo è che si muovono trasportati da altro.
Forse ancora più che in Ombre sull'Hudson, in questo Nemici i protagonisti sono quasi evanescenti nonostante un palese eccesso di azione di alcuni. Herman è sempre di corsa, sempre sudato, sempre accaldato, ma della New York che attraversa nessun americano compare, non vi sono mai bandiere a stelle e strisce o qualcosa di cittadino che compaia; ci sono ebrei, rabbini, e soprattutto il suo piccolo mondo. Masha lavora in una tavola calda ma questo ristorante, i suoi clienti o i suoi colleghi, non compaiono mai. Di lei compare solo il suo (ex)marito Leon Tortshiner, ma compare da solo, senza portarsi nulla del resto del mondo. Jadwiga è segregata in casa come lo era Hermann nel suo fienile, tranne quando - non ebrea! - va in sinagoga assieme a sue conoscenti, vicine di casa, tutte senza nome e senza volto. Per non parlare di Tamara, che ritorna da quel buco nero che è (sempre tale in Isaac Singer, e pure in suo fratello) la Russia comunista, e ritorna tuttavia come uno spettro, una morta a suo stesso dire.
I libri di questa coppia di fratelli sono a mio avviso delle pietre miliari nella letteratura classica che ognuno dovrebbe, prima o poi, affrontare.
Ora però racconto UN ANEDDOTO. Giunto a pagina 160 del libro, volto per proseguire e scopro con orrore che salta direttamente a pagina 193! Per un errore di stampa mancavano dal mio libro ben 30 pagine, e proprio nel momento in cui Leon incontra per la prima volta Herman. Per fortuna il libro è edito dalla (sempre sia benedetta!) magnifica casa editrice Adelphi: li ho contattati in preda all'angoscia perché lasciare a metà questa storia era per me troppo angoscioso, e loro prontamente hanno risolto in poche ore inviandomi un'altra copia di questo magnifico libro!
Lo ripeto: sempre sia benedetta Adelphi che ha un catalogo magnifico, ma soprattutto ogni edizione è sempre curata alla perfezione. Da sempre amo questi libri, anche esteticamente li trovo magnifici. Con questo accadimento, tuttavia, ho avuto conferma che la loro fama è più che meritata.
GRAZIE, ADELPHI!
Potete leggere BENE cosa è accaduto quando li ho contattati nel mio blog a
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