Eroico BIKER senza frontiere.
IL MONDO SENZA DI NOI
Alan Weisman
- Categoria libro: Divulgazione
- Stato lettura: LIBRO CONCLUSO il 18/04/2017
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Questo libro è l'ispiratore della trasmissione andata in onda fino a qualche anno fa "La Terra senza l'uomo" che io adoravo e guardavo con una sensazione di nostalgia inspiegabile.
La trasmissione però si concentrava sui periodi dopo l'uomo, indagando in ogni puntata varie categorie: edifici, oggetti d'arte, materiali, e via dicendo.
Il libro è un po' differente. Innanzitutto, appartiene alla letteratura lateralmente ecologista. Ovvero, nel complesso il giudizio sull'operato dell'uomo nei confronti del pianeta è negativo. Ci tengo a dirlo subito perché è un punto di vista che, se assente nel libro, non avrebbe cambiato nulla dei risultati, ma nel tono si, e io l'avrei preferito. E' infatti un punto di vista che io non accetto molto, e per un semplice motivo: essere ecologisti mantenendosi all'interno di quel sistema che si critica è una stronzata.
Questo libro ha impegnato tutto il sistema di produzione e sfruttamento che l'autore critica. Per stamparlo si usa carta, disboscamento, fabbriche, elettricità, quindi gasolio carbone ed energia nucleare.
Tolto ciò, è nel complesso un bel libro che nel complesso non risulta neanche pesante perché scritto bene.
Ciò che lo differenzia maggiormente nei confronti della trasmissione è che l'autore si concentra sul pianeta senza l'uomo, non dopo. Per cui il paragone viene fatto tra lo stato attuale, tra com'era prima, e da qui ci si chiede o si deduce come sarà dopo.
In questo modo si scoprono molti avvenimenti meno noti, o meno appariscenti, della modifica dell'ambiente sia flora sia fauna operata dalla normale operatività umana. In alcuni casi si resta ben sconvolti. Altre cose magari le hai già sentite, ma ora appaiono in una prospettiva più legata al flusso temporale, nonché con nozioni scientifiche più precise, cosa che in tv non è possibile fare perché non c'è la scrittura, e si punta più al sensazionalismo.
E quest'ultimo fatto è la differenza principale con la trasmissione: mentre in tv si cercava la maestosità della fine, ad esempio, della statua della libertà, qui il sensazionalismo è nel complesso assente.
Un bel libro, nel complesso, che però perde un po' in molti lati che avrebbero potuto essere svolti meglio se scevri dal punto di vista soggettivo. E poi quando mi parla male dei gatti mi ha fatto proprio girare i coglioni...
La trasmissione però si concentrava sui periodi dopo l'uomo, indagando in ogni puntata varie categorie: edifici, oggetti d'arte, materiali, e via dicendo.
Il libro è un po' differente. Innanzitutto, appartiene alla letteratura lateralmente ecologista. Ovvero, nel complesso il giudizio sull'operato dell'uomo nei confronti del pianeta è negativo. Ci tengo a dirlo subito perché è un punto di vista che, se assente nel libro, non avrebbe cambiato nulla dei risultati, ma nel tono si, e io l'avrei preferito. E' infatti un punto di vista che io non accetto molto, e per un semplice motivo: essere ecologisti mantenendosi all'interno di quel sistema che si critica è una stronzata.
Questo libro ha impegnato tutto il sistema di produzione e sfruttamento che l'autore critica. Per stamparlo si usa carta, disboscamento, fabbriche, elettricità, quindi gasolio carbone ed energia nucleare.
Tolto ciò, è nel complesso un bel libro che nel complesso non risulta neanche pesante perché scritto bene.
Ciò che lo differenzia maggiormente nei confronti della trasmissione è che l'autore si concentra sul pianeta senza l'uomo, non dopo. Per cui il paragone viene fatto tra lo stato attuale, tra com'era prima, e da qui ci si chiede o si deduce come sarà dopo.
In questo modo si scoprono molti avvenimenti meno noti, o meno appariscenti, della modifica dell'ambiente sia flora sia fauna operata dalla normale operatività umana. In alcuni casi si resta ben sconvolti. Altre cose magari le hai già sentite, ma ora appaiono in una prospettiva più legata al flusso temporale, nonché con nozioni scientifiche più precise, cosa che in tv non è possibile fare perché non c'è la scrittura, e si punta più al sensazionalismo.
E quest'ultimo fatto è la differenza principale con la trasmissione: mentre in tv si cercava la maestosità della fine, ad esempio, della statua della libertà, qui il sensazionalismo è nel complesso assente.
Un bel libro, nel complesso, che però perde un po' in molti lati che avrebbero potuto essere svolti meglio se scevri dal punto di vista soggettivo. E poi quando mi parla male dei gatti mi ha fatto proprio girare i coglioni...
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