ven 22/11/2024 | RSS | Menu

BABIJ JAR

Anatolij Kuznecov

La Russia che emerge da questo libro ricorda la Russia raccontata da Singer, un buco nero dal quale nessuno può uscire, un luogo di caos e anarchia regolamentati da una feroce dittatura, come in Ombre sull'Hudson dove il "compagno" Herman raggiunge la Russia come pellegrinaggio da vero comunista e scompare nel nulla.
Si, perché ciò che può emerge dal libro Babij Jar non è solo lo sterminio nazista, ma è anche - anzi, soprattutto - la terribile realtà della Russia di Stalin e dei suoi successori.
Innanzitutto il libro è costruito in maniera particolare: questo libro fu pubblicato in Russia ma con una mole enorme di censure, che poi però aggravarono ancora di più la situazione fino alla revoca della pubblicazione. Successivamente Kuznecov continuò a lavorarci di nascosto ma dovette fuggire dalla Russia e solo all'esterno, in Gran Bretagna, potè pubblicare il intero, ma lo fece evidenziando nel libro stesso le parti a suo tempo censurate e le parti da lui aggiunte mai pubblicate.
Si può così godere non solo della Russia terribile e spietata che emerge dai racconti diretti dell'autore, ma anche della Russia censoria tramite le varie censure (alcune veramente assurde!) evidenziate nel testo.
Un libro che dovrebbero leggere molti comunisti che conosco, perché è ora di parla di Nazismo per il regime di Hitler, di Fascismo per il regime di Mussolini, e di Dittatura per il regime di Stalin, Mao e compagnia. Sono tutte tre dittatura, ma è ora che si cominci a parlare, riguardo l'ultima, di Comunismo.
Successivamente alla fine della guerra cominciò a scrivere questo libro e, nonostante la morte di Lenin e la revisione tanto declamata, il libro subì prima moltissime censure, infine ne fu ritirata la pubblicazione e cominciò la persecuzione nei confronti di Kuznecov che fu costretto a fuggire dalla Russia con i microfilm del manoscritto nascosti, mentre il manoscritto vero e proprio è ancora - probabilmente - sotterrato da qualche parte in Ucraina.
Leggiamo dunque un libro che racconta due (o meglio, vari) massacri, due oppressioni, nonché l'autore ci fa pure il regalo di indicare continuamente le righe, le parole, i paragrafi o i capitoli che furono sottoposti a censura ai tempi della prima pubblicazione, nonché le sue successive aggiunte.
Scendiamo così in un orrore dittatoriale a più livelli che toglie veramente ogni buon umore.
Adelphi come al solito miglior editore: stampa perfetta, niente refusi, carta e rilegatura solida.

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