Cambia tutto, è sempre Sam Fisher ma è un'altra persona. Com'è possibile? L'inserimento di David Michaels come co-autore non so bene quanto abbia influito, ma pare quasi che in realtà la penna sia solo sua. Lo stile è cambiato completamente, non c'è neanche più la prima persona nei capitoli dove parlava Fisher. Negli altri due libri Fisher parlava anche il cinese, in questo no. Della morte di Katia in lui non c'è memoria, inoltre si è livellato e di molto il rapporto con sua figlia che in pratica in questo libro non caga. C'è un po' più di attenzione ai dettagli, comunque, e meno esagerazione, mentre si concentra di più sulle tante piccole missioni di Fisher che in questo caso, differentemente dai due libri precedenti, perlopiù hanno successo. Il libro inoltre ora sembra molto di più il gioco: ci sono mosse molto più complete, si muove con apparecchi tecnologici superiori, cambia località di continuo. Da un lato il libro ha guadagnato in stile, dall'altro è ora un po' troppo movimentato e poco credibile sui tempi. Ottimo esempio comunque di letteratura di fanta-guerra, anche se questo cambio radicale di genere fa un po' deprimere...