Eroico BIKER senza frontiere.
ONE MAN CARAVAN
Robert E. Fulton Jr.
- Categoria libro: Moto
- Stato lettura: LIBRO CONCLUSO il 01/03/2014
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Impressionante. Sono uscito dalla lettura di questo libro sconvolto, un po' triste. Come tutti i grandi romanzi, o le grandi avventure, si stringe un rapporto e quando ci si lascia c'è sempre una pacata, un po' serena, malinconia. Forse il termine migliore resta il tuareg Assouf, quella malinconia solitaria del carovaniere cullato dall'ondeggiare ritmico del cammello nel deserto, sotto il sole. E' lo stesso sentimento che Fulton, abilissimo scrittore, descrive quando deve ricordare le persone incontrate nel suo viaggio. Un incontro di qualche ora, o poco più: eppure, loro sono stati, e saranno, suoi amici. Nel mio piccolo, è quel bellissimo rapporto che si crea quando si condivide con uno finora sconosciuto personaggio, un viaggio in moto. Alla fine si è amici: più amici dopo una settimana, magari, passata perlopiù nell'isolamento del casco, che con una persona che si frequenta da decine di anni. Sono rapporti che sono subito intimi e immediati (o burrascosi e distruttivi, raramente) e che non periscono.
Io provo questo sentimento anche quando finisco un bel libro. Il protagonista, o i protagonisti, sono diventati ormai per molti giorni miei amici, e il non rivederli più lascia molto amaro. Con questo libro Fulton ha scritto un capolavoro del motociclismo: superiore, per lo stile narrativo, a tutti gli altri che ho letto. Se si fa un paragone con Bettinelli, o con Ted Simon, si vedrà che la strada percorsa è minore, che il tempo trascorso anche è molto minore, ma la capacità narrativa ed evocativa di Fulton è di altro livello. E' letteratura.
Ciò non toglie che il racconto di un viaggio in moto effettuato negli anni 30 lasci senza parole. In giro per il mondo c'è ancora l'impero inglese, incontra guarnigioni francesi, fortini, muraglie... Sono più gli occidentali che incontra, che le popolazioni locali. E' l'unico libro, peraltro, in cui riesce ad entrare in moto in Cina. Quello che lascia senza parole è la facilità, comunque, con cui gira per il mondo. E ti prende anche in giro, con le sue saltuarie riflessioni del tipo "Al giorno d'oggi è facile, cinquant'anni fa doveva essere più dura": e parla nel 1932!!! A tratti mi viene da pensare che, con la diffusione dell'informazione feticcia che c'è oggi, che alla fin fine ha generato più estremismi divisori che altro di buono, con la burocrazia odierna, col tentativo dei regimi di sfuggire allo spionaggio ossessivo che c'è dappertutto nel mondo, sia molto, molto, molto più difficile che in quegli anni quando il mondo era talmente più grande che era anche più sicuro. Non per niente è solo quando ritorna nel mondo "civilizzato" che gli fregano la moto.
Potete trovare un articolo apposito nel mio Blog
Io provo questo sentimento anche quando finisco un bel libro. Il protagonista, o i protagonisti, sono diventati ormai per molti giorni miei amici, e il non rivederli più lascia molto amaro. Con questo libro Fulton ha scritto un capolavoro del motociclismo: superiore, per lo stile narrativo, a tutti gli altri che ho letto. Se si fa un paragone con Bettinelli, o con Ted Simon, si vedrà che la strada percorsa è minore, che il tempo trascorso anche è molto minore, ma la capacità narrativa ed evocativa di Fulton è di altro livello. E' letteratura.
Ciò non toglie che il racconto di un viaggio in moto effettuato negli anni 30 lasci senza parole. In giro per il mondo c'è ancora l'impero inglese, incontra guarnigioni francesi, fortini, muraglie... Sono più gli occidentali che incontra, che le popolazioni locali. E' l'unico libro, peraltro, in cui riesce ad entrare in moto in Cina. Quello che lascia senza parole è la facilità, comunque, con cui gira per il mondo. E ti prende anche in giro, con le sue saltuarie riflessioni del tipo "Al giorno d'oggi è facile, cinquant'anni fa doveva essere più dura": e parla nel 1932!!! A tratti mi viene da pensare che, con la diffusione dell'informazione feticcia che c'è oggi, che alla fin fine ha generato più estremismi divisori che altro di buono, con la burocrazia odierna, col tentativo dei regimi di sfuggire allo spionaggio ossessivo che c'è dappertutto nel mondo, sia molto, molto, molto più difficile che in quegli anni quando il mondo era talmente più grande che era anche più sicuro. Non per niente è solo quando ritorna nel mondo "civilizzato" che gli fregano la moto.
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