Pavese definì questo libro come "la storia di una verginità che si difende", ma diciamo che Ginia non è che si difenda con molta convinzione. E' un libro veramente spietato, si sente il destino, il fato, imperare sulla vita di Ginia perché la più giovane, la più innocua, la più inerme, la più innocente, che sotto la bella estate piena di sole e colline e balli e spensieratezza giunge all'inverno col suo freddo, il suo vento, la sua neve che pian piano la ricopre fino a perdere tutto, verginità fisica e mentale, l'amicizia, il lavoro, l'innocenza, e alla fine si abbandona ad Amelia con quel conclusivo e terribile "Andiamo dove vuoi, conducimi tu". Amelia, il reggente oscuro dietro il trono, questa figura secondaria ma attorno al quale gira tutto il romanzo, è una vera figura tragica che fa tanta più pena quanto nervoso ci fa Ginia. "Si tratta di un clima morale, un incontro di temi, [...] la tentazione [...] che i giovani sono tutti condannati a subire [, ...] la ricerca affannata del vizio, il bisogno baldanzoso di violare la norma, di toccare il limite [, ...] l'abbattersi della naturale sanzione sul più colpevole e inerme, sul più giovane" (Cesare Pavese, dall'introduzione al trittico, citato in
Wikipedia)
Versione Kindle con svariati refusi, cosa che mi è già capitata... Gli ebook sono belli da leggere ma la pubblicazione va curata, cazzo. Sembra quasi che utilizzino un software OCR perché i refusi sono dello stesso tipo, "m" che diventa "rn" o spazi aggiunti a caso.
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