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ISOLE NELLA CORRENTE

Ernest Hemingway

Leggere un nuovo libro di Hemingway è come entrare in un bar di periferia portuale e incontrare un amico che non vedi da anni, solo che questo amico è sincero. Hemingway è un amico con cui puoi parlare di tutto, e un amico che anche se per molto tempo trascuri, è sempre disponibile. Per questo lo adoro, è il perfetto amico immaginario. Questo libro nonostante sia ottenuto da scritti ritrovati mai pubblicati quindi probabilmente inconcluso almeno a redazione, pubblicato postumo e revisionato dalla moglie Mary e dall'editore, è indubbiamente del nostro Ernest, si sente benissimo la sua voce parlarci. Come molti, se non tutti, i suoi libri, è ispirato dalla sua esperienza stessa, dalla sua vita, o forse è meglio dire dalla sua mitobiografia che si deframmenta come se Hemingway fosse uno specchio caduto a terra e infranto. Nella prima parte, ad esempio, sicuramente il protagonista è Thomas ma sia sicuri che il nostro non sia (anche) Roger, che del resto è uno scrittore? Nonostante ciò manca di qualcosa che non saprei dire e potrebbe anche essere suggestione per il fatto che si sa già dall'inizio che non l'ha pubblicato lui. Dialoghi lunghi e quasi privi di senso o scopo a tracciare invece velatamente le personalità diventano quasi canti mantrici che prendono il nostro cervello e lo trasportano a quasi intervenire nel discorso per dire la propria. Forse alcuni di questi lunghi dialoghi possono in alcuni punti essere ripetitivi ma capire se così voleva l'autore o così è rimasto a causa di una mancata revisione è difficile capirlo. Hemingway è uno di quei casi che a leggerlo così non dice un po' un cazzo ma va prima conosciuta la persona e va interpretata per comprenderla bene, solo dopo ciò si possono affrontare i suoi libri che sono un ricettacolo di nascosta solitudine e angoscia per il tempo che passa, il mondo che cambia e la vecchiaia (identica alla morte) che si avvicina sempre più come una minaccia insuperabile. Era una persona indubbiamente disperata e disillusa nei confronti del mondo che reagiva a questa disperazione con quello che erroneamente chiamiamo "machismo", con l'alcol e con la scrittura. In questo libro ci sono tutti questi elementi assieme e ciò ne fa una vera "botta".
Qualche particolarità sui tre capitoli o "racconti":
BIMINI - Una specie di summa del negativismo di cui sopra perché la felicità di Hudson per i suoi figli si frappone ai suoi pensieri di morte e solitudine e rammarico di ciò che ha perso o abbandonato. La personalità di Hemingway si sgretola tra Hudson e Roger e qualche altro dei suoi figli. Scena della battaglia col pesce epica. La figura di Andrew è stranissima ed inquietante come attestato i commenti finali di Eddy. Chiusura annichilente, mi sono sentito veramente male da così tanto dolore peraltro accettato quasi passivamente e persino atteso, come qualcosa di inevitabile, sottolineato anche dall'incredibile brevità del capitolo sulla morte dei figli brevissimi, apposta o da rivedere? Non lo sapremo mai ma così com'è è devastante .
CUBA - L'incipit col gatto è una tra le cose più tenere che abbia mai letto e nella sua scrittura diretta riesce a trasmettere sentimenti e calore che in nessun altro modo sarebbe stato possibile. Dialogo con la principessa caotico e un veramente bastardo, non sapremo mai se doveva essere rivisto per sistemare alcune cose o se così doveva essere; senza mai scendere nei particolari riesce ad essere incredibilmente osceno.
AL MARE - Un'incognita, questo racconto. Un testamento, ma pure una incognita. Si muore senza motivo, buoni e cattivi, giovani e vecchi, ma tutto quanto resta per me un'incognita. Che senso ha? Ok la guerra, i crucchi, i prigionieri, le informazioni, si si mi va bene tutto ma perché quella compagnia lì? Perché Peters? Chi è Willie? Cosa fa Ara? Bello, molto bello, angosciante, si sente il caldo e la bonaccia e l'umidità salmastra sulla pelle e il bruciore del sole negli occhi, ma rimanere un peregrinare in fondo a se stessi. Perché "al" mare e non "per" mare? Ne sono uscito molto stranito quando ho letto quel "fine" così brutale, senza pace neanche nella morte.

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Tutti i libri di Ernest Hemingway

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  • Di là dal fiume e tra gli alberi (stato: Libro finito )
  • I racconti di Nick Adams (stato: Giacente in deposito )
  • Il giardino dell'Eden (stato: Giacente in deposito )
  • Il Vecchio e il Mare (stato: Libro finito )
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  • Tutti i Racconti (stato: Libro finito Libro molto apprezzato! )
  • Verdi colline d'Africa (stato: Libro finito )
  • Vero all'alba (stato: Libro finito )
  • Totale libri: 9
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