Eroico BIKER senza frontiere.
TRILOGIA DELLA FRONTIERA 1: CAVALLI SELVAGGI
Cormac McCarthy
- Categoria libro: Narrativa straniera
- Stato lettura: LIBRO CONCLUSO il 21/07/2018
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Il passaggio dal vecchio farwest all'odierno visto attraverso una epopea che si legge tutta d'un fiato. John Grady Cole è un eroe silenzioso e fuori dal tempo. Magnifico.
L'incredibile potenza di McCarthy nel raccontare un'avventura facendo emergere nel lettore la nostalgia di un mondo passato e ineluttabilmente perduto è data dal suo continuo utilizzo di rappresentazione coi verbi al passato, nonostante una narrazione in tempo reale delle gesta dei protagonisti. Di continuo vi è la descrizione, durante il peregrinare di Cole e Rawlins, di cose che non sono più: qui vivevano gli indiani, là passavano le antiche mandrie di bufali, qui passò il tizio che scoprì quello, là vi era la baracca di quell'altro... Si fondono di continuo elementi contemporanei alla narrazione che però paiono fondersi con elementi del passato, quasi schiacciati da esso ma in realtà forse è il contrario visto che ciò che rimane è l'amaro in bocca.
In un mondo sì fatto non può esserci completezza per l'uomo: John Grady vive questa duplicità di mondi e ne è schiacciato, è apolide del suo tempo; Rawlins è più terra-terra e semplicemente vi si abitua; Blevins non si capisce neanche chi sia e perché compaia, e non si saprà mai chi è, né di chi è il suo cavallo. E' semplicemente spazzato via dalla storia.
L'incredibile potenza di McCarthy nel raccontare un'avventura facendo emergere nel lettore la nostalgia di un mondo passato e ineluttabilmente perduto è data dal suo continuo utilizzo di rappresentazione coi verbi al passato, nonostante una narrazione in tempo reale delle gesta dei protagonisti. Di continuo vi è la descrizione, durante il peregrinare di Cole e Rawlins, di cose che non sono più: qui vivevano gli indiani, là passavano le antiche mandrie di bufali, qui passò il tizio che scoprì quello, là vi era la baracca di quell'altro... Si fondono di continuo elementi contemporanei alla narrazione che però paiono fondersi con elementi del passato, quasi schiacciati da esso ma in realtà forse è il contrario visto che ciò che rimane è l'amaro in bocca.
In un mondo sì fatto non può esserci completezza per l'uomo: John Grady vive questa duplicità di mondi e ne è schiacciato, è apolide del suo tempo; Rawlins è più terra-terra e semplicemente vi si abitua; Blevins non si capisce neanche chi sia e perché compaia, e non si saprà mai chi è, né di chi è il suo cavallo. E' semplicemente spazzato via dalla storia.
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