Finalmente McNabb deve aver abbandonato le sponsorizzazioni di Apple e Timberland e Suunto e, sebbene Nick Stone non indossi nuovamente un Baby-G come nelle prime uscite, è tornato ad essere (quasi) il cazzone di un tempo. Dico quasi perché comunque è molto più perfetto e indistruttibile di quando lo conobbi tanti anni fa e allo stesso tempo molto più logorroico, ormai è più simile a un misto di Sam Fisher di Splinter Cell e una specie di prete psicoanalista. In questo libro, che scorre abbastanza bene e che complici i paragrafi di 3-5 pagine riduce il numero di pagine in maniera sensibile, manca molto l'azione e soprattutto lo spionaggio, sostituito da trame losche che McNabb idea abbastanza bene ma gestisce male. Ne fuoriesce un libro che è un'accozzaglia di temi: la riflessione personale, il problema dei veterani, la decostruzione psicologica, l'analisi geopolitica, il capitalismo del commercio globale, la difficoltà della comunicazione interpersonale, i sentimenti e il loro rapporto con la vita reale, è tutto un gran casino riflessivo. Rivoglio il vecchio Nick Stone che passava ore dentro un cespuglio per spiare persone, che mangiava barrette di cioccolato sciolte, che controllava l'ora in orologi Casio serie base, che preparava piano che regolarmente crollavano appena partiti, che urlava sbavando durante lotte coi nemici e si salvava per miracolo.