E' un poliziesco, e non è che mi piacciano tanto i polizieschi, ma alla fin fine non c'è molto di poliziesco. E' un giallo, e non vado pazzo per i gialli, ma che giallo è quello dove si intuisce chi è l'assassino già a metà libro, non ha molto senso per un giallo. E' una storia di povertà e ricchezza, ma tant'è che il ricco fa quasi pena e la povera che subisce genera un gran perturbamento poiché è indubbiamente malvagia. E' un po' di tutto e un po' di nulla, è un po' il romanzo delle occasioni mancate come del resto sono occasioni mancate, le cose non dette, che animano tutta la storia e creano le tragedie che la compongono. Non si cerca la giustizia, non si cerca la verità, si cerca la vendetta anche se è sbagliata, scritto bene ma con una storia che perde il senso di se stessa. Il finale poi è buttato lì, non te lo aspetti semplicemente perché è banale, non si poteva fare proprio nient'altro? Lo salva la bella scrittura, il tono buio che riesce a dargli anche nel Giappone dei fiori e dei rivoli con le carpe Koi, con le pagode e i kimono, il silenzio tombale che lo permea, l'assenza di quel sesso che ormai chiunque deve infilare in una storia, e comunque lo salva anche la brevità.