Un libro strano, inquietante, anzi proprio perturbante. Il tono è quasi grottescamente ironico nel suo presentarsi come il resoconto fatto da un giornalista primo testimone dell'arrivo delle luci rosse, e chiamato a seguire l'emersione dell'invasione. Si racconta ciò che accade con un tale realismo, soffermandosi sulle diatribe politiche, sulle tendenziosità sensazionalistiche e manipolatrici dei media, sulla naturale diffidenza e soprattutto sull'eterno menefreghismo delle masse, che il flagello dalle profondità abissali quasi non fa paura tanto ci immedesimiamo nella visione pessimistica dell'uomo che traspare dalla narrazione e proprio questo fatto rende l'angoscia altamente perturbante. Ed è così che, tra articoli di giornale, allarmismi inascoltati, derisione di scienziati, nazioni che si autoaccusano e governi che sfruttano la situazione per il loro solito tornaconto, come pure per il tracollo economico per l'impossibilità della navigazione ovvero del trasporto merci e della pesca, raggiungiamo il terrificante finale disfattista.
Ho scoperto questo libro perché citato dal misterioso Ted di
Cuori in Atlantide che lo paragonava, come visione pessimistica dell'uomo, al Signore delle Mosche e, nonostante il tono completamente differente della narrazione, non gli do per nulla torto.
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