Gioiello puro che si potrebbe dire riesca a inserire l'epopea della conquista di grandi narratori come Faulkner o Steinbeck all'interno di un mondo dominato da impulsi inconsci ancestrali e imbattibili tipici di un Conrad. Il tutto all'interno di uno scenario fantascientifico che però non c'entra assolutamente nulla con la fantascienza in senso letterario. E' una cornice che serve unicamente ad uno scopo, potrebbe essere un'altra ma in questo caso è stata scelta questa. E ci sta benissimo. Un po' come fa il grande
James Graham Ballard. Nel suo
La fortezza della Solitudine Lethem non mi aveva più di tanto convinto per via della questione dell'anello magico che era un po' fuori luogo. QUi invece il pianeta alieno, e gli alieni, ci stanno tutti. Cruciali e geniali i cervi domestici, un'invenzione veramente perfetta. Un gioiello della letteratura inquietante. Per comprenderlo appieno, come in tanto altri casi, bisognerebbe prima studiare il concetto freudiano di
perturbante.
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