Simpatico libretto. L'umorismo ebraico e Yiddish in particolare è perlopiù autoironia, a tratti grottesca, a tratti sdrammatizzante. Il libro è una raccolta dei libri di Folkel, in un centinaio di piccole pagine raccoglie un po' di storielle che quasi mai superano la facciata. Di cosa parlano? Perlopiù sono ebrei che... prendono per i fondelli gli Ebrei. Avevo già scoperto un po' di questo mondo con il magnifico ritratto dei Chassid europei tracciato nello splendido
Le nove porte di Jirì Langer.
In questo libro troviamo prese per il culo all'avarizia degli ebrei, alla sporcizia degli ebrei, al loro lamentarsi sempre, al loro essere certi di essere il "popolo prediletto", di essere destinati a qualcosa di grande... E a volte fanno però un po' pensare. A cosa? Al fatto che tutti i pregiudizi che qui sono presi a protagonisti delle storie, pregiudizi che hanno provocato l'Olocausto, sono vivi ancora oggi, e più che mai.
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