Fantastico. Sia questo, sia Le Avventure di Tom Sawyer sono libri fantastici. Spacciati come libri per bambini, hanno invece tanti insegnamenti da dare ai grandi; il rapporto di Huck col negro Jim, il suo scontro con ciò che chiama "coscienza", i concetti di bene ("denuncia il negro") e male ("rispetta il negro") sono tratteggiati in maniera magistrale. Ma ancora più grande è l'enorme anelito alla libertà individuale che guida i passi di Huck Finn, la cui avventura comincia nelle ultime pagine di Tom Sawyer - ove declama una magnifica apologia della libertà! - e (sfortunatamente) finisce in questo libro. Vorrei tanti sapere che ne fu di lui dopo: si piegò alle responsabilità cui pare impossibile sfuggire nel nostro mondo, o riuscì a restare lo stesso ragazzo ingenuo e semplicemente schietto che abbiamo conosciuto in queste pagine?
Per me, i suo ideali, sono diventati un inno alla vita. E' per questo che sto pian piano pensando ad un post nel mio blog, intitolato appositamente "Dalla parte di Huck Finn" (
eccolo qua).
Ernest Hemingway disse: "Tutta la letteratura moderna [americana] viene fuori da un libro di Mark Twain: Huckleberry Finn. Se lo legge si fermi però quando i ragazzi perdono il negro Jim. Questa è la fine, il resto è trucco. Ma è il nostro libro più bello, e tutto quanto è stato scritto in America viene da lì: prima non c'è niente e dopo niente che lo valga".
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