Eroico BIKER senza frontiere.
IL CUORE A DUE CILINDRI
Roberto Parodi
- Categoria libro: Moto
- Stato lettura: LIBRO CONCLUSO il 22/03/2014
- Voto:
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Sarò un po' impietoso: il libro è buffo, e per un motociclista è, alla fin fine, un libro simpatico. Ma è sicuramente un libro povero. Scritto da uno che vuole fare un po' troppo il giovane "giusto", che vuole essere il biker buono e che sfiducia i discorsi a base di birra, sesso e fuorilegge, che dice "porca puttana" e si rivolge ai lettori con un fraterno "ragazzi", lascia un po' di amaro in bocca a un appassionato lettore. E' un po' un biker bimbominkia. Ma è, nel complesso, simpatico, e dato il vuoto attorno alla letteratura motociclistica, alla fin fine è comunque un libro da avere.
Sicuramente questi giudizi sono personali: lo so, è normale, ma vi metto sul chi vive. Non ho mai avuto grande passione per chi sfiducia i motociclisti cattivi, questo perché non provo stima per chi, con troppa facilità, punta il dito del giudizio etico. Conosco molti biker, frequento i motoraduni, e ogni volta passiamo bellissime giornate a suon di figa e di vagonate di birra.
Di buono ha sicuramente i racconti di viaggio, ha il mostrare la gregarietà dei gruppi motociclisti, il senso sincero di fratellanza che si instaura quasi subito tra "riders", e senza ombra di dubbio ha di affascinante la storia del mito Harley Davidson visto da un italiano, e vissuto sulla sua pelle fin da ragazzino. Perché alla fin fine, volente o nolente, sono le Harley: un mito, un culto, inarrivabile ed inarrestabile.
Non sarà un gioiello letterario come One Man Caravan, non sarà il resoconto di un'avventura epica come i Viaggi di Jupiter o i libri di Bettinelli, ma è comunque un mattone di letteratura motociclistica.
Mi riservo comunque un giudizio finale al termine del libro.
Sicuramente questi giudizi sono personali: lo so, è normale, ma vi metto sul chi vive. Non ho mai avuto grande passione per chi sfiducia i motociclisti cattivi, questo perché non provo stima per chi, con troppa facilità, punta il dito del giudizio etico. Conosco molti biker, frequento i motoraduni, e ogni volta passiamo bellissime giornate a suon di figa e di vagonate di birra.
Di buono ha sicuramente i racconti di viaggio, ha il mostrare la gregarietà dei gruppi motociclisti, il senso sincero di fratellanza che si instaura quasi subito tra "riders", e senza ombra di dubbio ha di affascinante la storia del mito Harley Davidson visto da un italiano, e vissuto sulla sua pelle fin da ragazzino. Perché alla fin fine, volente o nolente, sono le Harley: un mito, un culto, inarrivabile ed inarrestabile.
Non sarà un gioiello letterario come One Man Caravan, non sarà il resoconto di un'avventura epica come i Viaggi di Jupiter o i libri di Bettinelli, ma è comunque un mattone di letteratura motociclistica.
Mi riservo comunque un giudizio finale al termine del libro.
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Concluso, e sottoscrivo tutto ciò che ho già scritto. E' un libro che alla lunga diventa noioso. Certo, ci sono dei momenti divertenti, ma se volessi un libro divertente mi comprerei un libro dei personaggi di Zelig. Anche quando parla dei viaggi, manca poesia. E poi non mi piace il tipico stile harleysta "Io sono il motociclista vero": stile che oltretutto Parodi porta all'estreme conseguenze. L'endurista pare un coglione a fare enduro con una moto da enduro, gli MC sono coglioni, i gruppi HOG sono coglioni, gli stradalisti sono coglioni, le moto tourer sono da coglioni. Lui è il migliore: è il migliore quando viaggia in autostrada, usa i vestiti migliori, è il più genuino, è il migliore quando sterra, il suo gruppo è il migliore perché è il più genuino, il suo modo di guidare è il migliore, nel mondo della finanza sono tutti coglioni - persino le segretarie - mentre lui è il migliore perché è il più genuino, persino un povero barbone diventa il migliore tra tutti i barboni solo perché guarda la sua moto. Alcune parti sono veramente poco credibili: avrà anche fatto degli sterrati, ma dubito veramente che abbia fatto la sabbia che dice di aver fatto. E poi in Tunisia 1) non ci sono i Tuareg - 2) la Pipeline non porta in Algeria! E che cazzo!
No, libro bocciato, soldi buttati.
No, libro bocciato, soldi buttati.
Commenti al libro
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