Ish capisce che, rispetto a quanto ha letto sui giornali, la situazione dev'essere degenerata in pochi giorni: una pandemia in effetti accelera sempre più velocemente verso il suo picco, è come la leggenda dei granelli di grano sulla scacchiera ma più triste. Tuttavia, se lui si è salvato, sicuramente si è salvato anche qualcun altro: il veleno del serpente ha agito come una specie di antidoto, o una immunizzazione naturale, non importa, ma su quasi tre miliardi di persone (il romanzo è di fine anni '40) lui non può essere l'unico. Dopo i primi momenti di shock, Ish decide che deve trovare chi si è salvato ma è un po' il paradosso di trovare la vita nello spazio: l'intelligenza scaturisce da un insieme enorme di coincidenze quindi innanzitutto è difficile trovare la vita nello spazio, ma poi bisogna anche chiedersi che vita perlopiù di troverà, probabilmente troveremo batteri, o forme di vita primordiali, ma da lì a trovare forme intelligenti sarà peggio che una roulette con 10.000 numeri fra cui indovinare. E' come cercare degli aghi in un pagliaio rimasto all'aperto, probabilmente la maggior parte saranno arrugginiti e trovarne uno buono sarà un problema, e Ish lo sperimento poiché, partito alla ricerca di superstiti, trova inizialmente solo derelitti: un alcolizzato che si è stabilito in un'auto abbandonata fuori la vetrina di un negozio di alcolici, un criminale, un pazzo, dei negri terrorizzati dal dio violento e dai bianche che sono sopravvissuti.

Stewart ha avuto un lampo di genio: dopo un collasso sociale simile l'idea più semplice è pensare che i sopravvissuti vogliano salvare la società, invece probabilmente non sarà così, molti sopravviveranno senza meritarselo, alcuni saranno dei dementi, i criminali imperverseranno per un po' in un mondo a loro congeniale senza legge, ma del resto nella vostra vita quante persone che meritano incontrate nel mare di dementi che ci circonda? Ed è così che dopo la catastrofe pandemica avviene la seconda parte dello sterminio, ciò che Ish chiama la "morte da sopravvivenza", lo sterminio cui soccombe chi è sopravvissuto in un mondo che non è il suo, come se si fosse ritrovato di colpo vivo ma a galleggiare in mezzo all'oceano con un salvagente. E siamo proprio sicuri che i sopravvissuti saranno in grado di ricreare la Civiltà? Mancanza di competenze, difficoltà di sopravvivenza, adattamento al nuovo ambiente, nuove generazioni nate in totale assenza di tecnologia, queste basi possono influire sulla forma mentale tanto da creare un disinteresse per la tecnologia passata e perduta? Ish ci prova fino alla fine a salvare la cultura, certo che sia l'unica arma in mano alla sopravvissuta esile umanità per affrontare il difficile futuro, ma alla fine getta la spugna e abbandona la biblioteca dell'università al suo destino, sostituendo i libri con l'arco e la freccia che un giorno vedrà essere una scelta apprezzata. É l'eterna guerra tra teoria e pratica, e nel mondo devastato è la seconda a vincere; la scienza è sociale, come può farcela quando la società non c'è più?