Ecco perché per anni non ho voluto introdurre le categorie dei libri nel mio sito: cosa fare ora di questo? Metterlo nella sezione scacchi, in quella delle biografie, o in filosofia? E perché no in divulgazione?  Ho scelto alla fine di lasciarlo nella categoria scacchi perché di questo si parla: di scacchi. Certamente è una autobiografia, seppur cronologicamente parziale e relegata solo ad alcuni anni della sua vita. Certamente è un libro di divulgazione riguardante l'esordio dell'informatica e dell'intelligenza artificiale. Probabilmente è anche un libro di filosofia della scienza poiché è in buona parte una digressione sul valore della tecnologia e del suo inesorabile progredire. Tuttavia se non conoscete almeno a livello teorico gli scacchi, se non sapete cosa vuol dire prediligere un gioco posizionale, se l'espressione "Difesa Caro-Kann" è per voi una scritta in cirillico e se non capite la portata della scelta di Kasparov di muovere un pedone di una casa invece che di due in apertura, allora probabilmente non riuscirete mai a godervi bene buona parte di questo bellissimo libro. Ancora meno, reputo, se non avete mai giocato a scacchi con un umano, anche a livello base, e contemporaneamente affrontato un qualsiasi software scacchistico che oggi come oggi Deep Blue se lo mangerebbero a colazione. Si, è così: se Deep Blue fece scalpore, i software scacchistici di oggi stracciano completamente qualsiasi giocatore umano. Ma non finisce qua, perché hanno rivoluzionato completamente lo studio degli scacchi: certo, Kasparov lo dice e lo spiega ma non penso sia pienamente comprensibile da chi non abbia mai affrontato Stockfish, ad esempio.