Dopo aver letto Pastorale Americana di Philip Roth mi serviva un libro di quelli che leggi senza troppa fatica, e questi libri di guerra e servizi segreti e reparti speciali sono spesso i migliori perché sebbene trattino cose che noi non potremo mai conoscere, sono paradossalmente di una semplicità disarmante.
E' il primo libro di Forsyth che leggo. Ho letto libri simili di Tom Clancy, semplicistici e pieni di luoghi comuni e pure banali ma così pregni di eventi che rimani incollato alle pagine; ho letto McNab, fico ma ripetitivo all'inverosimile. Forsyth lo trovo un po' più "dotto", o meglio vorrebbe essere ma gli riesce al modo dei giornalisti per cui sembra di leggere un po' le riflessioni di un giornalista in cerca di notorietà. Non mi piace, l'avrete capito, perché non apprezzo il giornalismo, perlomeno questo. Il libro in sostanza è lento e banale, tenta di essere innovativo nel voler svelare segreti sulla tal guerra o il tal avvenimento, ma alla fine è un romanzo ed è per questo che qualcuno lo ha comprato, non ha comprato un saggio. Fino a metà libro, vi dico subito, non succede ancora un cazzo. Il problema è che passata la metà, quando l'inserzione comincia, ti aspetti che accada finalmente qualcosa, e invece continua a non succedere un cazzo e così prosegue fino alla fine, sempliciotta e banale.
Riproverò con lui più avanti, magari col più famoso Lo Sciacallo, ma se questo è Forsyth non fa proprio per me.