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LA NOTTE
Elie Wiesel
- Categoria libro: Biografie
- Stato lettura: LIBRO CONCLUSO il 29/09/2013
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Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi tramutarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
Elie Wiesel era un ragazzino ebreo ortodosso di una comunità rumena, della Transilvania. Subì la instaurazione dei ghetti nella sua città, la loro chiusura, quindi la deportazione ad Auschwitz e Buchenwald al culmine della follia dello sterminio, dove perse la sua famiglia mentre lui si salvò per miracolo.
Nel 1955 lo scrittore François Mauriac lo conobbe, Wiesel era allora un giornalista di Tel Aviv, e durante questa intervista Mauriac, che aveva conosciuto l'orrore della guerra e che con la moglie era stato testimone delle deportazioni degli Ebrei, e dei treni pieni di bambini, scopre che Wiesel era "uno di quei bambini". Ascoltata la sua storia, Mauriac lo convinse a scriverla, per far capire al mondo non solo cosa è successo, ma soprattutto per tentare di far capire a cosa erano stati obbligati, a quali orrori incredibili anche per loro stessi. Così nacque "La Notte", in cui Wiesel racconta la propria storia.
In una tra le foto più diffuse sullo stato dei detenuti nei campi si vede lo stesso Wiesel; la foto è stata scattata subito dopo la liberazione, nel campo di Buchenwald. La trovate allegata.
Elie Wiesel era un ragazzino ebreo ortodosso di una comunità rumena, della Transilvania. Subì la instaurazione dei ghetti nella sua città, la loro chiusura, quindi la deportazione ad Auschwitz e Buchenwald al culmine della follia dello sterminio, dove perse la sua famiglia mentre lui si salvò per miracolo.
Nel 1955 lo scrittore François Mauriac lo conobbe, Wiesel era allora un giornalista di Tel Aviv, e durante questa intervista Mauriac, che aveva conosciuto l'orrore della guerra e che con la moglie era stato testimone delle deportazioni degli Ebrei, e dei treni pieni di bambini, scopre che Wiesel era "uno di quei bambini". Ascoltata la sua storia, Mauriac lo convinse a scriverla, per far capire al mondo non solo cosa è successo, ma soprattutto per tentare di far capire a cosa erano stati obbligati, a quali orrori incredibili anche per loro stessi. Così nacque "La Notte", in cui Wiesel racconta la propria storia.
In una tra le foto più diffuse sullo stato dei detenuti nei campi si vede lo stesso Wiesel; la foto è stata scattata subito dopo la liberazione, nel campo di Buchenwald. La trovate allegata.
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