Un libro... deludente. E' brutto conoscere il deserto, perché non pensi più ad altro, e un lettore come me non può non andare a cercare tutti i libri che trattano l'argomento. Alcuni sono trattiati, altri narrazioni di viaggio, altri sono romanzi; alcuni sono magnifici, altri sono deludenti. Difficile siano schifosi.
Questo libro è deludente. E' un'occasione persa, come chiamo io i libri che, poggiando su un nucleo forte e su una tecnica magistrale, ne escono sfortunatamente malandati. C'è troppo... non saprei... c'è troppo soggettivo, ma poca persona. Sven parte per il deserto, per conoscere il luogo in cui molti suoi "eroi" hanno perso o trovato se stessi. Mischia questa narrazioni con fatti relativa alla violenza del colonialismo. E nel calderone ci mette anche qualcosa di suo, e persino suoi sogni allucinanti. Ne viene fuori un disastro di argomento in sole 92 pagine che non riescono proprio a reggere il peso delle idee che non sono state inserite nel libro, e così crolla. Questo libro è come un castello di carte cominciato dalla cima, attaccando le carte con la colla solo sul taglio superiore: impossibile.
Chi più ne esce ammaccato è il Deserto del Sahara, che alla fine risulta essere solo la cornice di qualche avventura, e una lunga strada fatta in auto.
Troppo intellettualismo. Si salva solo perché è corto, e perché seppure male e poco, ma dentro c'è il Deserto.