Libro "di" Bobby Fischer poiché, all'apice del successo quand'era giovane, fu contattato per elaborare questo manuale di apprendimento degli scacchi che è coprodotto da S. Margulies e D. Mosenfelder con Fischer con consulente tecnico, quindi le virgolette sono d'obbligo.
La struttura è particolare: il libro è doppio, si legge in un senso e una volta concluso si capovolge e si comincia in senso opposto. Avanza a lezioni progressive basate sugli esercizi, spiegando in poche pagine le mosse principali quindi partendo a lezioni che spiegano cos'è il matto e partendo subito da semplici esercizi che via via diventano più complessi. Ad esempio, l'inchiodatura o l'attacco di scoperta vengono spiegati in qualche riga quindi si passa subito ad esercizi che mostrano le tattiche in azione, in questo modo la teoria viene immediatamente messa sotto gli occhi dalla pratica. Ogni pagina (circa) è un esercizio e nella pagina successiva c'è la soluzione commentata.
Questo metodo si dichiara innovativo poiché la lezione teorica è contemporaneamente anche pratica ma indubbiamente è un libro introduttivo e basta e basato sugli esercizi, quindi se avete già basi di scacchi o letto uno qualsiasi dei 2.000 "manuali di scacchi" che ci sono in commercio, quindi cominciate a fare esercizi su libri, siti web o app Android (
trovate qui miei consigli in merito), è un po' la stessa cosa tranne che qui c'è un'ombra di Bobby Fischer, e non è poco.
Le curiosità principali sono due: innanzitutto non c'è alcuna notazione di movimento dei pezzi né in generale alcuna coordinata della scacchiera, in secondo luogo le aperture sono praticamente ignorate. Chi conosce la vita di Bobby Fischer (bella la
biografia di Frank Brady) sa che dopo i successi abbandonò gli scacchi agonistici ma non solo, abbandonò gli scacchi classici in generale prediligendo per il resto della vita la sua variante Fischer Random Chess che prevede la disposizione dei pezzi forti, tranne i pedoni, quasi completamente casuale. Con una tale impostazione di partenza viene meno la necessità dello studio delle aperture, che spariscono completamente, e ciò che resta è perlopiù l'esercitazione sui finali. E' chiaro che, vista così, anche la notazione perde un po' valore: che senso ha la notazione, se le partite non ha senso studiarle data la casualità della disposizione iniziale dei pezzi? Ecco, questo libro, scritto "da" Fischer quand'era giovane, forse racchiude già i germi del Fischer vecchio.
Comunque, a lettura conclusa, mi sento di dire questo: la notazione sarebbe stata utile, non solo a noi ma al libro stesso (molte spiegazioni di esercizi sono solo accennate perché senza notazione -neanche coordinate, occhio! - sarebbero troppo lunghe); il metodo a riquadri con soluzione sul retro è comodo ma come qui pensato è un "mangia-pagine"; infine, il libro è bello ma prendetelo non tanto come un manuale di scacchi ma come un libro di esercizi con note a margine per principianti. Ho letto recensioni di gente che diceva che dopo questo libro aveva avuto una crescita tecnica incredibile: sarà, ma ciò è dovuta all'abitudine dell'occhio che nasce dall'effettuare esercizi, perché a chi ha già le basi (ma quelle proprio più basse) di scacchi, a questo serve questo libro.
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