Ho riletto questo libro perché l'avevo già letto una ventina d'anni fa ed ero convinto mi fosse piaciuto. Ciò che mi ha fregato è in realtà il titolo, deriva infatti da un termine coniato da Sigmund Freud per un saggio che considero tra i suoi scritti più belli, Il Perturbante (Das Unheimliche) in cui il grande Freud riesce a coniugare la psicoanalisi e la letteratura. Perturbante è traducibile col termine "sinistro" perché indica quella forma di terrore causato non dall'immagine diretta ma dalle implicazioni inconsce che l'immagine riesce a far emergere nella mente del lettore, da ciò che essa evoca. L'etimologia è data però da un-, il negativo, e heimlich, il confortevole, il famigliare; quindi abbiamo il sinistro inteso come inconsueto, non famigliare, qualcosa che si discosta dalle nostre consuetudini, dalla nostra normalità, qualcosa che accade sebbene noi pensiamo che non potrebbe/dovrebbe accadere. Freud descrive questo fenomeno parlando del racconto L'uomo della sabbia (Der Sandmann) di E.T.A. Hoffmann , un racconto maestoso.