Ho visto il film e mi è piaciuto quindi, teoricamente, il libro dovrebbe essere meglio. Inoltre nel libro non c'è la faccia da idiota di Brad Pitt per cui già così ci dovrebbe guadagnare. Posso dire che, fortunatamente, alla teoria segue la pratica.
Gioiello, capolavoro. Non c'è altro da dire. La scrittura è pulita, sobria, ma curata ed elegante. C'è dell'ironia e della drammaticità, allegria e desolata solitudine. Lo si legge pagina per pagine con il cuore stretto e fa veramente specie pensare, dopo ogni pagina, che probabilmente ciò che ha raccontato è successo veramente. Ho letto che si tratta di un libro semi-autobiografico; mi sono chiesto più volte per cosa sia quel "semi" e non ho trovato null ain merito, ma penso sia semplicemente dovuto al fatto che (come faccio io quando racconto qualcosa) amplifichi alcune situazioni per sottolinearle, e questa più che una finzione è semplicemente un artifizio letterario.
Scrivere non è per niente facile, e questi trucchi servono semplicemente a dare più risalto a un evento che necessiterebbe di un disegno, uno schema, o le espressioni del volto che lo narrano, per spiegarne bene la natura. E' questo che distingue la vera narrativa da una semplice narrazione.
Devo fare i miei grandi complimenti a Robert Redford, attore che mi è sempre piaciuto, perché nel film riesce a fare ciò che molti registi non sanno fare perché probabilmente non sono dei lettori: ovvero ricreare non solo la storia, ma soprattutto, in primo luogo, il
pathos. Lui ce l'ha fatta in pieno.
Ed ora... pescatori: volete sognare? Ecco a voi il
Blackfoot River
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