Ok Hunter S. Thompson cominciò veramente a frequentare gli Hell's Angels ma sicuramente non come lo lascia immaginare l'introduzione. La moto la comprò, ma per conto suo, e neppure una Harley che a quei tempi era una specie di obbligo per gli Angels; neppure americana! La maggior parte delle volte va con loro seguendoli in auto. Molti lui li chiama amici, ma si muove sempre marginalmente al loro fianco, seguendoli più che muovendosi assieme a loro. Si comporta a tutti gli effetti, con loro, come un giornalista che li vuole conoscere. Scrive articoli dove li descrive esplicitamente come ragazzetti ignoranti e infantili, egocentrici e stupidi, e loro lo tengono lì lo stesso. Cosa pensava di ottenere? Di farseli amici e portarli dalla sua parte? Come si può pensare di poter decidere cosa uno è, indipendente da cosa questa persona pensa? Il libro comunque è leggibile, anche se a mio avviso, se vuoi sapere qualcosa degli Hells Angels è meglio leggersi i libri di
Sonny Barger. Ho una naturale sfiducia nei giornalisti e non intendo cambiare opinioni in merito per cui penso siano stati persino troppo bravi a dargli corda. Io l'avrei mandato a fare in culo già all'inizio. Oltretutto il brav'uomo fa pure a volte il moralista, ma non dobbiamo dimenticarci che è lo stesso tizio di Paura e Delirio a Las Vegas. Nel complesso libro leggibile, come dicevo, ma manca sostanza.
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