L'autore ha fatto una scelta molto coraggiosa, che non posso che appoggiare e definitire persino estremamente educativa: ci ha presentato un Hitler in controtendenza, perché qui non troviamo un povero pazzo esaltato e semi-demente, ma un uomo determinato, sveglio, scaltro, intelligente, seppur molto pieno di se stesso nel considerarsi "il Furher scelto dalla Provvidenza".
Siamo omai abituati a demonizzare la persona Adolf Hitler, e a sfuggirne alla terribile memoria con un trucco. Per non riconoscere in lui niente di ciò che in realtà è anche in noi, gli si affibbia tutto ciò che è male: era pazzo, era un imbianchino con senso di inferiorità, aveva velleità artistiche ma era un incapace, non aveva abilità pratiche ed era anzi goffo, era stupido e a scuola andava male, era parente di ebrei e non voleva farlo sapere, era impotente, era finocchio, era pedofile, era fisicamente sfigato e nel complesso, insomma, un povero idiota.
In questo modo, però, ci difendiamo imputando a lui superficiali e ingenui stratagemmi semi-psicoanalitici quando in realtà ciò che facciamo è proprio reagire a questo grande orrore con un'autodifesa nevrotica.
Sfortunatamente non è così facile.
Ciò che ci fa paura di Hitler, è che siamo tutti un po' di Hitler. E che oggi, come allora, una persona così non sarebbe subito rinchiusa in un manicomio. Molti politici con idee simili, anzi, meno "esteticamente" difese, hanno successo.
L'odio nei confronti degli ebrei (si, "odio", perché di questo si tratta) c'è ancora oggi, forse ancora più determinato. Leggo che ieri, 25 aprile 2016, in occasione dell'anniversario della "Liberazione", la brigata ebraica (una brigata che combatté con gli alleati per aiutare l'Italia a liberarsi) è stata contestata. E' stata contestato il ricordo di qualcuno che ci avrebbe aiutato!
La cosa assurda è: se contestiamo una brigata che ha aiutati la liberazione, in base a ciò che gli ebrei sono oggi, cosa dovrebbereo dire gli ebrei di noi, in base a ciò che gli abbiamo fatto allora?
In realtà, Hitler era niente di meno che un imprenditore convinto di se stesso, come quei giovani che oggi vediamo molto spesso con giacche alla moda, smartphone sempre in mano, barbette sagomate, che ti stringono la mano con forza e usano un tono di voce deciso quando devono presentarsi. Solo che Hitler era un imprenditore che voleva creare non un'azienda, ma un Impero. La differenza tra lui e i giovani idealisti di oggi, è che lui desiderava semplicemente di più. E se consideriamo che molti di questi giovani non riescono a tenere in piedi un'azienda per un anno, mentre lui ha tenuto il mondo intero in pugno, sotto scacco matto, per anni, capiamo bene che non doveva essere proprio così idiota.
E' superficiale ed estremamente stupido pensare a Hitler come a un povero idiota. Mi fa quasi pensare che lo dipingiamo sottintendendo, nel nostro profondo, la certezza che "noi avremmo fatto meglio". Se ne sottolineano gli errori quando in realtà quegli errori noi dovremmo ringraziare dio che ci siano stati!
Hitler è stato, sfortunatamente, un uomo intelligente. Magari non intellilgente nel senso che avrebbe potuto prendere una laurea in astrofica, o diventare un genio dell'informatica: intellingente come lo può essere un lupo che diventa l'Alfa del branco, un animale insomma che riesce a reagire in maniera vincente all'ambiente e ai suoi simili.
Ed è così che ce lo dipinge,primo fra tutti, Timur. E forse è proprio questo che ha creato più scandalo, riguardo a questo libro.
Chiudo dicendo che chi pensa che io esageri riguardo i miei timori su Hitler e il nazismo oggi, basta che, dopo aver letto il libro, si guardi la versione cinematografica: il libro è stato ripreso ma con parte delle scene girate in stile "candid camera" tra la popolazione e rappresentanti di fazioni politiche di destra. Incredibilmente inquietante.