Eroico BIKER senza frontiere.
UNA PASSEGGIATA NEI BOSCHI
Bill Bryson
- Categoria libro: Biografie
- Stato lettura: LIBRO CONCLUSO il 03/05/2016
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Bill Bryson è bravissimo. Questo libro è bellissimo. Potrei chiuderla qua ma no, non lo faccio. Bisogna perderci due parole. La trama l'avete letta, è già così si capisce che il libro sarà in parte buffo, perché buffo è in generale lo stile di Bryson. Nel suo libro sull'Australia In un paese bruciato dal sole l'avevo già notato.
Bryson decide di fare l'Appalachian Trail, un percorso che attraverso l'America lungo gli Appalachi, e lo fa (non per tutto il libro) con il suo amico Katz che diventa un elemento chiave della narrazione, coi suoi brontolii, la sua placida calma di fronte alla stanchezza anche quando vengono presi di mira dagli orsi, i suoi eccessi d'ira... Ma il libro non si ferma, ovviamente, a una narrazione del cammino con le sue strade, i suoi parchi, i panorami, le foreste e le cime, gli incontri occasionali con altri escursionisti. Non c'è neanche un ossessivo riepilogo della propria vita con in Wild di Cheryl Strayed. Sicuramente vengono rievocati momenti della vita di Bryson, ma sono ben pochi.
La narrazione è invece la scusante, spesso, per inserire piccoli scorci della storia dei luoghi che attraversa, narrati in modo altamente acritico, personale, a volte quasi strumentale alla narrazione, ma sempre sdrammatizzante e semi-comico.
Certo Bryson a volte si fa troppo i suoi interessi, e così molti avvenimenti li piega a suo favore, o delle varie interpretazioni possibili o leggende parallele lui sottolinea o riporta solo quelle che gli servono per abbassare di tono imprese epiche e gesta di eroi a quasi sempre casualità di piccole persone. E' così per il celebre John Brown della ballata, o il vecchio eroico Generale Lee, o per la stessa Guerra di Indipendenza in generale, così come per tutti gli aneddoti che narra in merito alla progettazione e costruzione dell'Appalachian Trail.
Tuttavia se questo in altri libri potrebbe essere un punto negativo, in Bill Bryson diventa invece una carrateristica positiva: perché, semplicemente, i suoi non sono libri di storia. Sono libri biografici, narrativa di viaggio e un viaggio, anche il più piccolo, è di per se sempre mitico.
Una nota: dal libro hanno anche fatto un film. L'ho visto, è carino, e con le dovute cautele della cinematografia, riesce anche a rendere un po' la storia della camminata narrata nel libro. Sappiate comunque che il cammino è sia il protagonista, sia la cornice, e all'interno di questa storia ci sono tantissime micro-storie che ne compongono la struttura e che non possono finire in un mezzo così limitato com'è il cinema. Perché i libri di Bill Bryson sono come immensi frattali in cui la figura principale è composta da altre micro figure.
Bryson decide di fare l'Appalachian Trail, un percorso che attraverso l'America lungo gli Appalachi, e lo fa (non per tutto il libro) con il suo amico Katz che diventa un elemento chiave della narrazione, coi suoi brontolii, la sua placida calma di fronte alla stanchezza anche quando vengono presi di mira dagli orsi, i suoi eccessi d'ira... Ma il libro non si ferma, ovviamente, a una narrazione del cammino con le sue strade, i suoi parchi, i panorami, le foreste e le cime, gli incontri occasionali con altri escursionisti. Non c'è neanche un ossessivo riepilogo della propria vita con in Wild di Cheryl Strayed. Sicuramente vengono rievocati momenti della vita di Bryson, ma sono ben pochi.
La narrazione è invece la scusante, spesso, per inserire piccoli scorci della storia dei luoghi che attraversa, narrati in modo altamente acritico, personale, a volte quasi strumentale alla narrazione, ma sempre sdrammatizzante e semi-comico.
Certo Bryson a volte si fa troppo i suoi interessi, e così molti avvenimenti li piega a suo favore, o delle varie interpretazioni possibili o leggende parallele lui sottolinea o riporta solo quelle che gli servono per abbassare di tono imprese epiche e gesta di eroi a quasi sempre casualità di piccole persone. E' così per il celebre John Brown della ballata, o il vecchio eroico Generale Lee, o per la stessa Guerra di Indipendenza in generale, così come per tutti gli aneddoti che narra in merito alla progettazione e costruzione dell'Appalachian Trail.
Tuttavia se questo in altri libri potrebbe essere un punto negativo, in Bill Bryson diventa invece una carrateristica positiva: perché, semplicemente, i suoi non sono libri di storia. Sono libri biografici, narrativa di viaggio e un viaggio, anche il più piccolo, è di per se sempre mitico.
Una nota: dal libro hanno anche fatto un film. L'ho visto, è carino, e con le dovute cautele della cinematografia, riesce anche a rendere un po' la storia della camminata narrata nel libro. Sappiate comunque che il cammino è sia il protagonista, sia la cornice, e all'interno di questa storia ci sono tantissime micro-storie che ne compongono la struttura e che non possono finire in un mezzo così limitato com'è il cinema. Perché i libri di Bill Bryson sono come immensi frattali in cui la figura principale è composta da altre micro figure.
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