Dall'infanzia felice tra i monti della Nubia sudanese, descritti dagli occhi di una bambina, all'orrore dell'attacco al villaggio da parte dei Mujahidin, con sgozzamenti e violenze, fino al rapimento culminato pochi minuti dopo con un stupro, perpetrato tra le sghignazzate dei loro aguzzini a lei e alle sue amiche, di età compresa fra gli 8 e i 12 anni. Venduta poi a Karthoum, ci racconta l'inferno di una ragazzina, poi ragazza, poi donna, la cui vita è sconvolta dagli arabi che si nascondono dietro Allah per poter soddisfare tutte le loro voglie perverse. Scritto bene e con leggerezza, come nel libro di
Ishmael Beah, in quello di
Ayaan Hirsi Ali e in quello della celebre
Malala, uno dei primi pregi è quello di farci conoscere le abitudini di popoli dei quali fin troppo straparliamo. Il secondo pregio è quello di farci vedere a che punto la fede in Allah porta le persone.
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