Oggi si è concluso un mio dramma. Il dramma dell'amore per la musica, che non sono mai riuscito a rispettare.

Devo ammettere che nella mia vita sono più le cose che ho cominciato, di quelle che ho concluso. Anzi, direi che io ho sempre e solo cominciato...

Dalle passioni, agli hobby, agli impegni, alle relazioni personali. Lo ammetto: come diceva Cioran, "la mia memoria accumula orizzonti crollati".

Dieci minuti fa è partita una macchina, da sotto casa mia, direzione Trieste: nel bagagliaio era adagiata la mia tastiera...

Con questo gesto si conclude il mio rapporto col pianoforte, un rapporto cominciato quando ero bambino e da me concluso dopo soli due anni (povero cretino). Un amore ritornato anni dopo da autodidatta, poi rimesso in soffitta, ritornato durante l'università e portato avanti per alcuni anni con successo, fino a che una tendinite alle mani e la fine dell'università, e quindi del tempo libero, ne hanno decretato la morte.

L'anno scorso, quando sono andato a vivere da solo, mi ero illuso che avrei potuto pian piano riprendere in mano il discorso: mi ero così portato nell'appartamento la tastiera e molti spartiti. Per qualche settimana ammetto che era andata bene, mi ero pure stampato nuovi spartiti, qualche base... Ma mi ero illuso.

Da mesi ormai non me ne facevo più nulla, e la superficie abitativa del mio appartamento soffriva parecchio della sua presenza.

Così ho preso la decisione: l'annuncio che da un anno vagava per internet è stato ripreso, il prezzo ribassato, l'acquirente trovato subito.

Ed ora in casa mia c'è un triste angolino vuoto...

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