Eroico BIKER senza frontiere.
In grava per la prima volta col KTM 990 Adventure
Categoria: MOTO
Inserito in DATA: 12/03/2016 | Vai ai COMMENTI
Non l'avevo ancora mai portata in grava.
Non l'avevo ancora mai provata in un ambiente veramente fuoristrada.
Solo strade bianche di campo, ben battute.
Dopo una mattinata di sabato a sgobbare in ufficio come un cane, e per fortuna, col sole che abbacinava gli occhi fuori dal capannone e per tutta la mattina un continuo rombo di moto che andavano a zonzo, chiuso l'ufficio ho detto al mio IO più subdolo "Col cazzo che ora ci si chiude in palestra!".
Visto poi che dopo dovevo ritornare in ufficio, ho inforcato la moto per fare un giretto di un'ora.
Dove?
Su, giù, destra, sinistra, che cazzo: andiamo in grava, no?
Non ci vado da tanto, a trovare il mio Grande Fiume dai due cuori.
Un cuore è quello dell'ozio estivo, steso sui sassi dopo un bagno nell'acqua ghiacciata.
L'altro cuore è quello della moto sui sassi bianchi e sconnessi.
Mi sono rifugiato nel mio angolo che conosco bene, ci trovate un sacco di foto nel mio sito: là con l'Africa, là con l'XR, ed ora là anche col KTM.
E' una zona relativamente "sicura". Non ci sono auto, non c'è proprio gente di solito perchè abbastanza tagliata fuori.
Puoi andarci anche con le scarpe da ginnastica, anche se non si dovrebbe!, perché nel complesso è una zona facile. Per arrivarci fai un pezzo lungo di camionabile dove puoi tirare, e ho tirato, e la moto va va va e va come una merda! Impagabili le emozioni che questa moto ti dà in fuoristrada, ma è quasi spaventosa tanto va bene ed è potente! Troppo! Comunque, la zona è tranquilla è l'ho provata un bel po'. Tanto, dicevo, la zona è "sicura".
Ma puoi anche cercare le rogne.
Come ho fatto io che, dopo le foto di rito nel mio angolo nascosto, ho deciso di prendere una strada alternativa.
Dopo aver incrociato due enduri che gozzovigliavano nel fango ho proseguito per una strada nuova che però dopo un po' finiva in un dirupo, dove l'acqua si era portata via un pezzo di terreno e la continuazione.
Cosa fare? Tornare indietro? MAI! Allora ho svalicato il bordo e sono entrato nel pistino da cross, tendendo le orecchie per non ritrovarmi un'enduro sulla schiena.
Solo che non portava da nessuna parte.
Allora mi sono fermato, mi sono guardato in giro e lontano ho visto, tra l'erba, uno spiazzo bianco che ho pensato essere la camionabile, o meglio una sua laterale, visto che non poteva essere così vicina.
Mi sono buttato in completo fuoripista e tra erba e fango ho raggiunto quella zona che però era solo uno spiazzio di sassi grossi. Non c'era ombra di traccia o sentiero.
Però non ho mollato: indietro non si torna! MAI!
E allora via a peregrinare nell'inferno dei boschetti della grava senza ombra di un'uscita agevole da quella situazione!
Ho deciso che era il momento di farlo: ho preso il cellulare e ho acceso il GPS per orientarmi, e ho scoperto che stavo andando troppo verso sud, invece che verso ovest dove correva la camionabile.
Ho corretto la rotta e sono ripartito, e dopo qualche minuto l'ho intravista: non c'era alcun dubbio, era la camionabile. Solo che un fosso profondo circa un metro e mezzo si frapponeva fra me e la strada.
Ero in un misto di erba, piante dure come Erba Cammella, e fango, e la ghiaia bianca mi attirava a sé con forza, la bramavo. Ma come passare? Ho iniziato ad avanzare, ed ho trovato una zona più scavata che mi permetteva di scendere facilmente nel fosso. Ho pensato, intanto ci scendo, mal che vada se non riesco a trovare un'uscita dall'altra parte, risalgo da qui.
L'uscita l'ho trovata: ma era una salita abbastanza temibile.
Erba e sabbia bagnata, mista a fanghiglia. Senza tassello, coi pantaloni Italnolo e le scarpe da ginnastica mi impensieriva un po', ma mica troppo.
"Basta avere un buon gas, se non tocca sotto non avrò problemi", penso. Sono abituato all'Africa, quella in salita se si pianta è finita.
Parto, ma proprio sotto al pendìo c'è una buca di fango nascosta dall'erbetta marrone che mi pianta la gomma e la moto rallenta e non ho più uno slancio ottimale! "Dioboia" urlo al cielo e la moto comincia a salire, allora leggero leggero sfioro il gas e qui è accaduto il miracolo! Sento la vibrazione in mezzo alle cosce, sento salire dal motore un ringhio basso e gutturale come quello del Lupo Brenin, sento la Scorpion posteriore, ormai quasi alla fine della sua onorevole vita, slittare ma aggrappare il terreno e forzarlo, violentarlo con naturale violenza, e la moto continua a salire! Stavo per poggiare i piedi a terra convinto che si sarebbe piantata e invece li rimetto lesto sulle pedane e la moto sale, non molla, non cede un attimo questa bastarda e quando la gomma davanti è arrivata in cima, la gomma dietro non ha mollato e la moto ha continuato a stare nella identica posizione come se stesse ancora salendo, la gomma non toccava più il terreno e il secco rombo della marmitta sembrava una preghiera al cielo, e solo quando la gomma dietro era quasi in cima la besta si è chinata e ha ripoggiato l'avantreno al suolo, e io ho urlato e ho bestemmiato e le ho dato una pacca sul serbatoio e, tornato nella camionabile, mi sono messo in piedi puntato in avanti e ho spalancato il gas lasciando che una nuvola di polvere e sassi salisse sulla carreggiata mentre la gomma sembrava voler spazzolare il terreno!
Che moto paurosamente portentosa!
Complimenti a chi ha il coraggio di farsi fuoristrada vero!
Va troppo bene, va così tanto bene... che mi fa paura!
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