Preso alla rovescia, l'implacabile imprevisto era quello che da noi a scuola studiavamo col nome di "storia", la storia inoffensiva dove tutto ciò che nel suo tempo è inaspettato, sulla pagina risulta inevitabile. Il terrore dell'imprevisto: ecco quello che la scienza della storia nasconde, trasformando un disastro in un'epopea.

A parlare è il bambino Philip, circa 9 anni d'età, ma il senso è valido sempre. La storia quando la si legge o studia è chiara e mostra la linearità, la consequenzialità degli avvenimenti; ciò è possibile però quando si parla della storia appunto ovvero degli eventi (già) passati, mentre quando gli stessi eventi li si stanno vivendo non c'è consequenzialità, ovvietà, scienza, e gli eventi brutti sono non conseguenza ma imprevisti. Queste rende facile dare giudizi dopo che le cose sono successe e le guardiamo dall'alto; perché non sono stati presi seriamente gli allarmi dell'11 settembre, o del 7 ottobre, o di Pearl Harbour, o di Hitler, o di Stalin quando questi dittatori stavano emergendo? La risposta è che quando vivi un fatto, il futuro è ancora incerto, le possibilità del/nel futuro sono ancora completamente aperte.