mer 02/04/2025 | RSS | Menu

Nazer Mende

Schiava. Senza nome, senza diritti, senza dignità

Con il passare del tempo fissai alcune regole di sopravvivenza; se le rispettavo, avevo meno probabilità di essere picchiata. Primo: se Rahab mi dava un ordine, dovevo accertarmi di avere capito esattamente che cosa voleva, perciò ascoltavo con molta attenzione le sue parole e poi gliele ripetevo. Secondo: se mi chiedeva di fare una cosa, dovevo farla il più velocemente possibile. Non potevo fermarmi a parlare o a giocare con le bambine (figlie di Rahab e del marito, quindi sue "padroncine", ndr), nè a fare nient'altroce potesse causarmi un ritardo. Terzo: dovevo ridurre al minimo la possibilità di incidenti: non importava che fosse colpa mia o meno, perchè sarei stata picchiata ugualmente. Quarto: qualunque cosa Rahab mi dicesse, non dovevo mai ribattere.

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Categoria: NARRATIVA




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