Il mio primo incontro coi popoli tribali del deserto sudanese, nel 1973, era stato una rivelazione. Ero rimasto impressionato dalla loro lucidità, dignità e integrità. [...] Durante quel viaggio idilliaco nel deserto mi pareva di aver capito l'Islam molto meglio di prima. Essendo ateo, tendo a giudicare le religioni più che altro dal comportamento dei loro adepti, ed ero profondamente impressionato dall'integrità di questa gente, e dalla semplicità priva di sensi di colpa con cui vivevano. Il contrasto col materialismo occidentale era totale e se davvero i due modi di vivere erano incompatibili come pareva, ero pronto a difendere la loro scelta. Il tempo aveva rovinato tutto.