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La solitudine congenita: da Homo Sapiens, ora siamo Homo Solus

Categoria: PENSIERI

KEYWORDS: evoluzione | pensieri | scienza |
Inserito in DATA: 27/01/2024 | Vai ai COMMENTI
L'enorme solitudine dell'essere è angosciante, rivela una specie animale destinata a una tragica esistenza di solitudine.
Non solo è (forse?) l'unico animale ad abitare il pianeta come unica specie. Un tempo aveva tanti cugini sparsi per il pianeta, con caratteristiche fisiche e probabilmente anche culturali ed intellettive differenti che erano sicuramente marcate ed oggi, con le conoscenze intellettuali che abbiamo, sarebbero di una curiosità ed un interesse unici. Si pensa che fino a 100.000 anni fa ci fossero ancora circa 5 specie di homo sul pianeta, mentre oggi siamo ormai una specie solitaria da circa 40.000 anni, epoca in cui l'ultimo Neanderthal si è addormentato per sempre.
Non solo del peso di questa solitudine sul proprio pianeta questa unica scimmia nuda deve sobbarcarsi.
La sua incredibile intelligenza e voglia, o meglio istinto, quindi vera e proprio necessità di conoscere ed esplorare lo sta portando fisicamente su altri pianeti, mentre con indagini indirette sta estendendo il suo occhio e il suo intelletto sull'intera Galassia e via verso i meandri del cosmo intero.
Nonostante ciò, anche in questo caso questo animale deve fronteggiare la realtà della sua solitudine cosmica. Forse definitiva.
Le altre specie di Homo sono ormai perse nel passato, le altre forme di intelligenza sono invece perse nel cosmo, e semmai esistono - ma è probabile - comunque inesorabilmente.
Stando al fisico Brian Cox e a meri dati statistici deduttivi, quindi non definitivi ma che creano un limite di probabilità sfortunatamente credibile, è altamente improbabile che nella Via Lattea, nonostante i miliardi di stelle che la illuminano e le danno forma, vi sia un altra civiltà tecnologicamente avanzata con cui mai potremmo metterci in contatto. Secondo alcuni difensori della teoria del "Pianeta Riccioli d'Oro", in un raggio di 1.000 anni luce potrebbero esserci circa 30.000 pianeti definibili "abitabili" ovvero con acqua liquida in superficie. Potrebbe sembrare una teoria ottimista, ma è veramente povera di speranza: innanzitutto, in quel sistema solare potrebbe non esserci acqua... così, tanto per dirne una. Il diametro della Via Lattea è 100.000 anni luce ovvero 100 volte questa distanza, moltiplicando otteniamo 3.000.000 di pianeti abitabili (e siamo ancora nelle stime); quante possibilità ci sono che vi nasca la vita, una ogni tremila pensando con molto ottimisto? Otteniamo 3.000 pianeti in tutta la galassia che semplicemente possono dare vita a dei batteri. L'ottimismo non riesce più di tanto ad alleviare il nostro spleen biologico.
Per la formazione di una civiltà ci sono infatti troppe variabili a giocare contro.
Bisogna innanzitutto che si formi una stella adeguata, e i tempi di creazione di una stella sono enormi. Successivamente, ci sono i tempi di formazione del sistema planetario, e scendendo ancora più nel dettaglio i tempi di formazione di un pianeta, e infine i tempi di formazione della vita e per concludere i tempi di formazione di una vita intelligente.
Sono tempi immensamente lunghi anche considerando la vita dell'Universo stesso a partire dal Big Bang. E abbiamo citato solo i tempi, poi ci sono le casualità: la stella dev'essere del tipo giusto per creare pianeti e non distruggerli con radiazioni o esplosioni, la nube di formazione planetaria deve avere i componenti giusti per creare pianeti rocciosi, i pianeti devono disporsi a creare una anche ampia zona abitabile, dev'essere uno scudo contro i meteoriti (giganti gassosi nella posizione giusta) e serve che vi arrivi anche dell'acqua ovvero delle comete.
Solo a questo punto può partire il lento, lentissimo processo di formazione della vita che potrebbe però fermarsi anche a qualcosa di simile ai dinosauri, animali perfetti per il loro ambiente e che sopravvissero per milioni di anni, molti milioni di anni in più di quelli che ha Homo oggi, e nonostante tutto non avevano né l'intelligenza né la morfologia per prendere un bastone e usarlo per pestare una noce.
Non è neanche tutto, se così già la prospettiva è magra: per trovarsi tra le immensità dello spazio l'unico metodo è la trasmissione di informazioni radio, e le implicazioni di ciò sono critiche. Innanzitutto, è da poco più di un secolo che le onde radio sono uscite dalla Terra e stanno viaggiando nello spazio alla velocità della luca, ipotizzando che il primo pianeta tecnologicamente abitato in grado di riceverle e risponderci sia a 100 anni luce da noi è probabile che le onde ci debbano ancora arrivare o siamo appena arrivato, sempre ipotizzando la fortuna che siano andate proprio in quella direzione e siano ancora interpretabili e soprattutto riconosciute nel momento in cui ci arrivano; poi "loro" devono riconoscerle e tradurle e ciò può prendere anche qualche anno di lavoro, quindi ci devono rispondere e ciò implica altri 100 anni di attesa. Se ciò è successo, dobbiamo avere la fortuna di riconoscerle quando arriveranno qui non prima del 2135 e a quel punto dovremo tradurle, non male no?
Tuttavia non è finita qua, perché per avere le onde radio queste debbono essere state emesse: ma cosa garantisce che una vita intelligente sia arrivata a quel punto di evoluzione? Gli aborigeni, gli indiani del nord-America, le popolazioni del sud-America, gli africani hanno avuto un'evoluzione che è durata centinaia di migliaia di anni ma non ebbero l'evoluzione prettamente tecnologica ma quella della coabitazione con l'ambiente, per qualsivoglia motivo. Cosa sarebbe successo agli Indiani d'America se gli europei non vi fossero mai sbarcati? Ora avrebbero la radio e la tv, o sarebbero ancora nomadi cacciatori-raccoglitori? Perché gli aborigeni non sono mai andati oltre nella loro splendida cultura? Perché gli Obi della Nigeria, Africa, dove l'uomo ha mosso i primi passi, fino a poco più di un secolo fa erano ancora a uno stadio leggermente più strutturato dei primi Sapiens? Non è una questione di "progresso", quel tipo di evoluzione sociale avevano e funzionava bene, anche senza l'arrivo dell'uomo bianco con le sue navi e i suoi fucili avrebbero potuto continuare a vivere, anche gli aborigeni nel complesso vivevano bene dopo decine di migliaia di anni senza ruota. La nostra non è la migliore società possibile, è una evoluzione sociale (e chiedersi se sia anche solo "migliore" è già un discorso abbastanza ampio). Perché non possiamo ipotizzare che in un altro pianeta non siano andati oltre quello stadio? Secondo Jared Diamond sono stati vari i motivi che ci hanno permesso di evolcerci in un certo modo, e parlo di noi europei: la disponibilità di determinati materiali facili da trovare per forgiare armi e case solide, la disponibilità di animali e piante facilmente allevabili-addomesticabili-modificabili, cose che, ad esempio, gli Aborigeni australiani non ebbero. E se così fosse anche in questo pianeta lontano 100 anni luce di cui parlavo? Se in quel pianeta l'evoluzione dei suoi abitanti senzienti e intelligenti abbia preso una via diversa che non li ha portati a creare la tecnologia che abbiamo noi? I dinosauri erano animali perfettamente adattati al loro mondo e vissero centinaia di milioni di anni, incredibilmente di più rispetto a quanti anni sono passati da quando la scimmia pelosa è scesa dall'albero ed ha cominciato a camminare eretta, e lo fecero senza necessità di telescopi tv e cellulare, auto o case, e se non fosse stato per Chicxulub chissà quanto sarebbero ancora andati avanti. Di certo, se Chicxulub non si fosse abbattatuto su quello che oggi è il Golfo del Messico, io non starei qui a scrivere ma sarei magari un lontano eredo più evoluto del Pachicefalosauro ma sempre intento a mangiare le mie gustose piante.
E questo parlando di onde radio, che nello spazio viaggiano alla velocità della luce limite attualmente insuperabile se non nella fantascienza. Cosa possiamo immaginarci invece a proposito di un contatto fisico? Anche ipotizzando un viaggio al 99% della velocità della luce le distanze sono talmente enorme da dare la nausea e le possibilità di un incontro, già minime, scendo a livelli incalcolabili.
Ovviamente, ho parlato di un pianeta a 100 anni luce, ma il diametro della galassia è di poco oltre 100.000 anni luce... Per dare un'idea della distanza temporale che comporta una distanza parziale simile, 100.000 anni fa c'era anche Homo Neanderthalensis, Homo Erectus, Homo Heidelbergensis, ma c'era pure il Mammut e soprattutto il meraviglioso Smilodonte, mentre Homo Sapiens aveva appena cominciato a fabbricare utensili in pietra abbastanza sofisticati. Ipotizzando un pianeta con un'evoluzione gemella alla nostra (a proposito, abbiamo parlato di "zona abitabile", dell'influsso dell'inclinazione dell'asse per le stagioni, della Luna che crea le maree, di Giova che fa da scudo ai meteoriti, e via dicendo?). Un pianeta a metà strada invece mandarebbe un segnale che starebbe 50.000 anni a raggiungerci, sempre che resista per tutta quella strada, e la nostra risposta ne starebbe altrettanti ovvero un messaggio che da "loro" partisse oggi 2025 comporterebbe l'arrivo a loro della nostra risposta non prima dell'anno 102.205 d.C!
Forse c'è la possibilità di una o due civiltà intelligenti per ogni galassia, forse, ma come trovarci? come incontrarci?
Per quello che sappiamo, premettendo che abbiamo un solo caso analizzabile ovvero il nostro, il processo che da una nube di polvere porta (a una stella, a un sistema solare, a dei pianeti, a un pianeta in fascia abitabile, a un pianeta con acqua liquida in superficie (per quel che ne sappiamo la chiave della vita), alla nascita della vita semplice, all'evoluzione di questa in vita complessa e infine) alla comparsa di forme di vita intelligenti è incredibilmente lungo nonché complesso e condizionato da una molteplicità di eventi piuttosto "difficili". Possiamo leggere un bell'articolo su MediaInaf. C'è da dire una cosa: può essere anche che accada che tutte queste casualità si mostrino in una situazione molto più favorevole di quanto accaduto sulla Terra: e se invece del regno dei dinosauri fosse accaduto subito il regno dei mammiferi, l'uomo non sarebbe comparso sulla Terra con un anticipo, diciamo, di oltre 200.000.000 (duecento milioni) di anni? Può essere, ma è un'altra casualità da aggiungere all'enorme elenco di casualità. Potrebbe però anche accadere il contrario: potrebbe non accadere un evento come quello di Chicxulub e i dinosauri sarebbero ancora qui, come visto, ma questa devastazione potrebbe anche accadere mentre quei primi essere intelligenti cominciano ad avere un linguaggio, o mentre sono già strutturati in società articolate come quella egiziana, o potrebbe accadere che questa forma di vita intelligente si sviluppi troppo tardi rispetto alla vita della stella di quel sistema solare. Possono succedere veramente tantissime cose ma, essendo lo sviluppo della coscienza un processo molto complesso, sono ben più le cose che possono ostacolarlo rispetto a quelle che possono coadiuvarlo. Secondo Monod il caso viene supportato dalla necessità, un'alterazione genetica "positiva" ovvero che risulta vincente nell'evoluzione viene supportato dalla necessità della fisica e della chimica che sviluppano questa alterazione in maniera esponenziale; non c'è però necessità che indichi che questa evoluzione debba portare a un essere intelligente. In un primo tempo, infatti, porto a enormi rettili, ugualmente vincenti nell'evoluzione tant'è che dominarono per milioni di anni.
Troppe variabili fanno si che la percentuale delle possibilità di avere un cugino verde crolli drammaticamente, mentre i nostri cugini terrestri sono ormai persi nei meandri delle ere lasciandoci solo frammenti di falangi, di denti, e quache altro osso. Per l'evoluzione del pianeta di può così parlare di teoria della Terra Solitaria, mentre per gli esseri umani si hail suo corollario ovvero la teoria dell'Umano Solitario, quel particolare animale - forse unico - che per primo - e pare unico - è diventato cosciente di essere da sempre e per sempre unico, ovvero solo.
Da Homo Sapiens a Homo Solus il passo è stato breve.

In un contesto simile, ha veramente senso ipotizzare astronavi aliene che attrraversano questo infinito ventaglio di possibilità avverse al solo scopo di sezionare qualche mucca e i nostri individui più dementi, nascondersi di continuo ma sempre abbastanza male perché altri dementi riescano a fotografarle, e passare il tempo libero a piegare alla cazzo spighe di grano?

(Post modificato e ampliato fino a 19/02/2025)
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