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La fine della letteratura sancita dal Nobel alla letteratura

Categoria: LIBRI

KEYWORDS: lettura | riflessioni |
Inserito in DATA: 13/10/2016 | Vai ai COMMENTI
Io Bob Dylan lo adoro e penso che vada considerato anche a livello letterario, vista la portata poetica di molte sue canzoni, nonché la portata culturale che hanno avuto. Dario Fo invece penso sia stato un momento veramente buio nella storia del Nobel: Dario Fo non c'entra un cazzo con la letteratura, anche se aveva scritto qualcosa.

Tolto ciò, penso che in generale, ormai, il premio Nobel alla letteratura sia in realtà una puttanata grandiosa, paragonabile ormai agli Oscar dove la bravura non c'entra un cazzo. Penso che il Nobel alla letteratura dovrebbe interessare qualcuno che si occupa direttamente di letteratura e ci sono sicuramente scrittori che se lo sarebbero meritato. La premessa sottintesa e implicita nell'assegnazione del premio a mio avviso è che il Nobel alla Letteratura sia un premio dedicato a uno scrittore che si è erto più in alto degli altri contemporanei a livello letterario. Probabilmente sbaglio.

Questa volta, con Bob Dylan a confronto con il povero Philip Roth, è successa la stessa cosa quando ai tempi vinse Dario Fo e fu ignorato il grande Mario Luzi, uno degli ultimi grandi poeti italiani se non mondiale, grande poeta, grande cultura della poesia italiana e della sua tradizione, gran rispetto della lingua italiana nella sua immensa versatilità e struttura, Luzi che infatti per protesta decise che non avrebbe più appoggiato sue future candidature al Nobel per la letteratura.

Il suo laconico commento fu: "Beato lui [Dylan], io ormai sono stufo".

Bob Dylan è un cantante; Dario Fo un comico; Philip Roth e il compianto Mario Luzi sono letterati. C'è una bella differenza, anche magari non riconoscendo (e ce ne vuole per non riconoscerla) una superiorità qualitativà di Roth verso Dylan, di Luzi verso Fo.

Per quanto un cantante abbia scritto - è il caso di Dylan - vere e proprie poesie, rimane un cantante le cui canzoni NON sono poesie, ma canzoni. Sono poesie, interpretando il fatto di ciò che sono: sono belle come temi, hanno una linearità, utilizzano la lingua nel modo corretto, hanno una struttura, hanno una base culturale... Ma sono canzoni. Il loro scopo è essere canzoni, devono piegarsi alla musica che le accompagna, ai suoi tempi e ai suoi ritmi. Sotto questo aspetto sono obbligate.

Il bello è che in questi casi la motivazione alla base dell'assegnazione del Nobel ha sempre quasi il sapore di una scusante e di solito sottolinea proprio il fatto che il Nobel alla letteratura NON viene dato per motivi letterari, ma diversi.

Non ci fossero scrittori meritevoli in quello stesso periodo, mi andrebbe anche bene. Ma scrittori meritevoli, invece, ci sono, e se non sono all'altezza di altri grandi scrittori... be, cazzo, prendete il meno peggio!

Sicuramente uno di questi scrittori non è Baricco, che dovrebbe avere più buon senso ed accettare la fama che ha già e che, a mio avviso, già è troppa.

Per la cronaca: quando Dario Fo vinse il Nobel io ero all'università e per non essere il solito che giudica senza conoscere, visto che di Fo avevo visto solo qualcosa in TV e mi aveva fatto pena, decisi di andare in libreria e comprai il suo "Il Diavolo con le zinne" dopo essermi consultato in giro. 

Ne lessi poco meno di metà e lo abbandonai in università letteralmente disgustato e ancora più solido nelle mie posizioni.

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