Una enorme improvvisazione di circa un'ora divisa in quattro parti. Costituisce uno tra i dischi più venduti nella storia del jazz, e non per caso: è un capolavoro assoluto. La parte 1 è la mia preferita, non si riesce neanche a capire come faccia suonare una cosa simile, peraltro improvvisandola. Melodia, fantasia, tecnica pianistica sono ai massimi livelli.
E' un disco da avere, e da ascoltare tutto, più e più volte. Io non so neanche quante volte l'ho ascoltato, penso decine. E' forse il disco che ho ascoltato più spesso, ma forse sto divendo una cazzata.
Su Youtube su trovano un sacco di cover, ma nessuna riesce ad avere il tocco di Jarrett. E' una composizione sua, e basta.
Si dice che lui avesse chiesto un piano Steinway, ovvero la marca più pregiata di pianoforti, ma che non riuscirono a darglielo: allora ripiegò su un altro piano, che però non arrivò. Prese dunque un piano di riserva che era dietro le quinte, e appena premette qualche tasto tutti si accorsero che non era accordato bene. Ma Jarrett disse che andava bene, e che voleva suonare con quel piano. E attaccò con le prime note di un concerto che non penso di esagerare dicendo che può essere messo a confronto con le più alte produzioni per piano, attingendo anche dal patrimonio della musica classica.
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