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Val Aupa - Pramollo - Straniger Alm - Sella Chianzutan e Val Arzino
CATEGORIA GALLERIA: DA SOLO
Val Aupa, Pramollo, Straniger Alm, Sella Chianzutan e Val d'ArzinoIntroduzione
Val Aupa, Pramollo, Straniger Alm, Ravascletto e Panoramica Mancata, Sella Chianzutan, Val d'Arzino. Finalmente una giornata per me e la mia moto e basta, 300 km di godimento per fuggire dall'afa della pianura e farmi venire la bile per quanto è diversa, migliore, l'Austria (e soprattutto glli austriaci) rispetto a noi.
Insomma, finalmente dopo tanto tempo (una giornata così penso che non la faceva da oltre un anno) riesco a trovare un insieme incredibile di coincidenze che mi permettono di fare un bel giro in moto: non mi sbronzo la sera prima; la moto va bene; la morosa lavora; non piove. Cosa volere di più? Mi dico "Bostro, questa domenica devi spaccare". E pianifico un giro per andare a fare strade mai percorse, o percorse troppi anni fa.
Innanzitutto la Val Aupa: mai fatta; il Passo Pramollo fatto una volta di corsa; la Straniger Alm, ovvero una strada sterrata che collega Italia e Austria lungo la strada che da Paularo porta a Pontebba; la Panoramica delle Vette a Ravascletto, fatta la prima ed ultima volta nel 2007!
Il primo passo che faccio, dunque, è di mettere il telefono in modalità "Aereo" appena uscito di casa.
Allegro, felice, spensierato, parto per salire in Carnia e a San Odorico entro in paese ad andatura molto moderata, giuro entro i limiti: in curva a sinistra becco una donna sul lato contromano e giù dal marciapiede, per evitarla stringo di più la curva con una manovra ovviamente scattosa e 'sta stronza che fa? Mi manda a cagare. Urlo di rimando "Caghe, vecje troe!" e riparto già coi coglioni un po' girati.
Mentre salgo lungo la Julia Augusta un'auto viene fuori da uno stop all'ultimo momento con una manovra immediata, tranne che poi si piazza in corsia a 20 km/h e mi obbliga a frenare finché non stridono le pinze! Voglio levarmi subito dalle palle da questo flusso di auto guidate da disadattati ma non mi fido a superare perché uno stronzo che parla al telefono scarta sull'altra corsia perché oltre a parlare sta pure fumando e non capisco se tiene il manubrio col cazzo o con che cosa.
Immediato giro per Moggio, e imbocco la Val d'Aupa. In una curva vedo uno sterrato che prosegue nel bosco dentro a un sottopasso ricoperto da vegetazione selvatica, ci entro e sbuco in uno spiazzo magnifico, al di là del torrente rispetto alla strada, dove una casetta giace isolata tra gli alberi e l'erba alta tutta in fiore. Un chiosco con due panche avvisa gli eventuali visitatori che "Pulito è più bello" ma i vetri di bottiglie di birra che ci sono al suolo mi fanno intuire che nessuno se lo caghi, quel cartello.
Due ciclisti che poco prima mi avevano fatto bestemmiare perché pedalavano come al solito appaiati passano sulla strada mentre vengono brutalmente violentata dai soliti due scooteristi con casco jet e faccia da culo che si credono alla guida di una R1, che dio strafulmini tutti gli scooteristi del pianeta. Si, lo so, in città sono comodi; ma non spaccate la minchia con 'sta giustificazione, anche un coltello è comodo finché non finisce in mano a Jihadi John.
Dopo questa idilliaca sosta e relativa abbondante svapata - mi sempre sollevato quando svapo e non fumo in questi luoghi, perché non ho nessun mozzicone da buttare! - riparto e la Val Aupa si apre in tutto il suo splendore: picchi di brutale roccia si innalzano dai nostri magnifici monti friulano sopra vallate incantante che ti fan chiedere inesorabilmente "Ma che cazzo son venuti ad abitare qui, questi?". La gente taglia l'erba sotto un sole violento, la loro pelle è marrone bruciata dal sole e insozzata dalla polvere e mentre passo allegro con la mia moto non posso non sollevare una mano per salutare questa gente che fatica per mantenere il proprio prato in ordine; peccato che la risposta al mio caloroso gesto sia la solita espressione incazzosa friulana dietro la quale puoi facilmente intuire un "Ma va in mone teròn, dioboe!".
Arrivo a Pontebba, ci arrivo assieme ad un'altra coppia di motociclisti e rallentiamo perché una processione attira la nostra attenzione: ci fermiamo coi motori accesi due o tre secondi (io non appoggio neanche i piedi a terra) ad osservare la gente che procede sotto al frastuono delle campane, e seminando centinaia di petali di rose per terra, che un tizio, forse un vigile, che chiude la parata col giubbetto di sicurezza ci guarda e ci fa cenno di andarcene.
Da un po' sto morendo di sete, cerco dappertutto con gli occhi una fontana ma non ne trovo, se non chiuse ed aride più della mia bocca. "Ma cazzo, non c'erano fontane dappertutto un tempo?" ma niente da fare e mi tengo la sete. Mi sparo verso il passo Pramollo, durante la salita incrocio un'auto austriaca e prontamente accosta con la freccia a destra e mi fa passare, com'è tipico degli austriaci, degli sloveni, dei croati, dei bosniaci, persino di tunisi e libici, escluso che gli italiani. Ed infatti, dopo pochi km vengo bloccato dal solito cretino italiano che, braccio fuori, guida di merda e sta nel mezzo della strada. Va lento e sono costretto a cambiare di continuo, curve a non finire e lui che avanza senza un criterio mi precludono ogni sorpasso e dopo avergli lampato decido di suonare un pelo il clacson: risposta, mi manda a cagare. Appena la strada si allarga parto svelto e, piazzatagli la marmitta a fianco del finestrino aperto, mando a limitatore la moto e poi parto sgommando su del ghiaino sperando di fottergli un fanale.
Il resto sono tutti austriaci spensierati che guidano coscienziosamente.
Non ci pensiamo ma il fatto che loro ci facciano passare denota due cose: 1) sono gentili: non perdi nulla a farmi passare, anzi, non hai più due fanali sul culo; 2) utilizzano gli specchietti retrovisori: in Italia in definitiva potrebbero anche toglierli perché nessuno caga ciò che accade dietro di lui.
Arrivato sul lago Pramollo mi fermo a fare due foto al panorama e una comitiva di crucchi mi saluta appassionatamente. Ho notato, negli anni, che quando giri in moto da solo sei considerato bene, sempre intendendo fuori dall'Italia. L'ho notato in Austria, ma il massimo sono la Slovenia e la Croazia, dove viene sempre accolto con entusiasmo. L'unica nota negativa - ormai attorno a me ci sono solo crucchi - sono i due napoletani in scooter che per parlarsi belano a squarciagola come capre sgozzate maldestramente da un musulmano!
Riparto e mi ritrovo casualmente nel mezzo della comitiva crucca. Il passaggio in Austria è, come al solito, traumatico: dal caos italiano, arrivi nel luogo dell'ordine e della razionalità. I prati sono perfetti, né troppo artificialmente curati o coltivati, né lasciati in abbandono. La strada è sistemata con criterio, ovvero non gettando un pugno di asfalto a freddo in una buca creando così un dosso, ma ricreando l'armonia del manto stradale. E' tutto pulito, i fossi a bordo strada sono puliti, le strade pulite, le aree di sosta pulite, gli automobilisti guidano con criterio e se li ringrazi di averti fatto passare loro di rimando di salutano... e quando arriviamo a Tropolach i miei temporanei compari di viaggio, entrati in un distributore, con sorrisi e cenni della mano mi salutano ed augurano buon proseguimento.
Superata la piacevole cittadina di Tropolach mi ritrovo in una vallata quasi da cartolina del Paradiso, accosto in una stradina e faccio qualche foto, quindi prendo la mia sigaretta elettronica e mi fermo qualche minuto ad ammirare il panorama pieno di rumori del vento tra l'erba, profumo di erba e fiori, api che ronzano sonnacchiose e un po' di aroma di merda di un letame lontano e così fresco che quasi ti vien voglia di mangiarlo, e in quel momento c'è la celebrazione assoluta dell'Austria: mentre sto così, in piedi, a gambe un po' divaricate, braccia conserte poggiate sul mio ventre, passa un veicolo con un crucco che mi guarda sorridente e, probabilmente fietro del fatto che sto ammirando in silenzio la sua terra, mi saluta urlando "Guuuuut!" e se ne va.
E' da un bel po' che non venivo in Austria, quest'anno ho pure perso il carnevale, e i paragoni che si possono fare tra noi e loro valgono, coi fatti, più di mille teorie. Recentemente, ad esempio, c'è stata la Pentecoste, e tutta Lignano si è lamentata che al mattino c'erano rifiuti dappertutto. Be, signori miei, io mi sono fatto molte feste in Austria e a Villach, che è a un'ora di auto da noi: capodanni, feste della birra, carnevali (che là sono esaltanti), così come altre feste di varia natura. Ho visto devastazione assoluta la notte, bicchieri, cartacce, vomito, piscio dappertutto. Ma ogni mattina quando ci alzavamo per tornare a casa la città non mostrava nessun ricordo della nottata precedente. Alle 10 di mattina è già precisa e perfetta. E nessuno si lamenta, perché gli italiani portano soldi e ben valgano i soldi che portano... Chiusa parentesi.
Passo Tropolach e mi dirigo verso Kirchbach, da dove dovrei imboccare la presunta sterrata della Straniger Alm, ma lungo la strada mi bevo una birra in un magnifico baretto a bordo strada. Una Gosser da mezzo che pago pochi euro, in un bar con panche all'aperto pulito, ben tenuto, con le panche e i tavoli puliti, senza schegge e con la vernice in buono stato. La cameriera è sorridente e bene bevo il mio mezzo litro di birra mi sento bene.
Riparto ho ovviamente più sete di prima perché in due ora non si può bere solo una birra mentre la temperatura sfiora e supera e trenta gradi. Arrivato a Kirchbach trovo subito l'insegna per Oberdobernitzen e giro a sinistra. Una fontana zampilla: la cittadina è piccola, poche case tutte curate che sembrano nuove, i marciapiedi puliti e la fontana è splendida costruita in una piazzetta con un albero che fa ombra ad una panca. Parcheggio la moto sopra al marciapiede all'ombra e mi tolgo qualche vestito per riposare un po'. Una vecchia passa con due taniche in mano, io mi inquieto un po' perché ho paura di far la figura del solito italiano spaccacazzo con la moto sul marciapiede ma lei mi sorride e mi saluta e va alla fontana a riempire le taniche. Mi svesto e la raggiungo, mi lavo la faccia e faccio la "tazza" con le mani per bere al che lei, con un cenno sottolineato da un gentile sorriso, mi indica una piccola gamella appesa alla fontana. Ringrazio calorosamente e bevo con la gamella. Era una cosa che in effetti non ricordavo, vi capiterà spesso di vedere queste gamelle, in Austria, appese da qualcuno nelle fontane. Sono normali pentolini laccati, nessuna pubblicità o scritta promozionale, lasciati lì spontaneamente. E ci sono sempre. Qui in Italia durerebbero 10 minuti, perché qui a parte la Nazionale e I Marò non c'è spirito di squadra, non siamo uniti, ci falciamo a vicenda. Anche quando va contro i nostri interessi.
Mappa alla mano, aiutato anche dal grandissimo OsmAnd che è un navigatore prorpio valido, trovo la strada della Straniger. In realtà inizialmente la sbaglio, e ve lo racconto solo perché tornando indietro incontro due tizi in Mountain Bike che mi salutano sorridendo: cosa quasi sconvolgente, perché i tizi in Mountain Bike, come la maggior parte dei ciclisti in generale, si sentono i padroni assoluti della strada e della natura e di solito guardano male i motociclisti.
La Straniger parte immediatamente sterrata dopo il piccolo villaggio di Stranig. Il terreno è molto smosso e pieno di rocce mobili e partono immediatamente lunghi tratti in salita scavati probabilmente dalla neve da poco scioltasi. Comincio a temere di aver fatto una cagata: non ho neanche il paraschiena, e ho delle banali scarpe da ginnastica della Decathlon. L'unica cosa che ho in più, rispetto a una gita al bar, sono i jeans con le ginocchiere incorporate: la mia teoria è stata vincente! Prendere un paio di jeans con le ginocchiere mi porta più spesso ad andare in giro con le ginocchiere, mentre di solito nonostante i calzoni tecnici che ho andavo sempre in giro con dei jeans normali. Però non è sicuramente un abbigliamento racing, tecnico, e poi dicono "Mai fuoristrada da soli" mentre io sto salendo in un bosco privo di qualsiasi abitazione per km e km e nel quale non trovo tracce di passaggi frequenti di auto. Ma chi se ne frega, a un certo punto dio mulo bisogna osare, come sempre bisogna osare e tendere alla follia quando si guida una moto, altrimenti tanto vale comprarsi un'auto ed andare a Lignano.
Si sale si sale si sale per tornanti sterrati che spero siano quelli giusti. Mi fermo in una curva e fare mente locale su ciò che sto facendo, e se sia il caso, ma il paesaggio e così bello, la strada così bella, la mia moto così magnifica e io così fico che non avrebbe senso tornare indietro. Anzi, riparto rinvigorito e baldanzoso e mi concedo pure una sgommata. Dopo alcuni km vedo un tipo con la morosa seduto su un colle erboso a godersi la natura, io è da una mezz'oretta che non vedo anima viva e quando lui mi sente vedo che aguzza la vista e appena gli passo sotto comicnia a muovere un braccio: mi immagino già l'insulto che sta per arrivarmi, abituato agli escursionisti del tipo siamo-gli-unici-protettori-della-natura e invece che fa? Solleva il braccio e stende l'indice e il medio, e fare l'universale saluto dei motociclisti! Lo saluto ridendo e proseguo.
La baita che avevo visto in alcune foto di un amico è chiusa, dei motociclisti siedono giusto fuori e mi salutano a gran voce e a gran voce rispondo io! Dopo un po' mi fermo per spegnere il motore e godermi il silenzio. Si aprono i monti verso infiniti altri monti, ho fatto una decina o più di km e ad occhio dovrei essere, se non già in Italia, prossimo al confine. Svapo un po' e do una pacca affettuosa al serbatoio della mia Africona: "Se forte", le dico, e "Se contenta, che oggi siamo solo io e te?" azzardo come uno psicolabile. I ticchettii che escono dal motore spento sembrano quasi una risposta, quasi un gatto che fa le fusa perchè l'hai gratta nel posto giusto che voleva lui.
Il mio primo contatto con l'Italia è sempre sullo sterrato: si concludeva infatti con fortissime discese molto ripide che mi obbligavano ad andare giù con calma e frenare con parsimonia e in uno spiazzo accosto un po' sgommando in frenata per fare spazio a tre motociclisti che, dopo che li ho salutati, non rispondo e pure il primo invece mi guarda male, quasi fosse colpa mia per il fatto che ha deciso di fare quello sterrato. Solo l'ultimo mi risponde, ma mi è sufficiente per capire che si, sono tornato in Italia, la patria dell'Accidia.
Finito lo sterrato imbocco l'asfalto verso Paularo ma una malghetta e bordo strada mi attira. Ho sete, e fame, ed è il momento di fare una sosta.
Quando faccio i miei giri da solo ho poche pretese: mangio poco, e faccio poche soste se non per fumare o fare foto. Per cui ordino una birra da mezzo e un panino, "Bo viot tu" gli dico, "mi va ben formadi e salam". La birra è una Goesser da mezzo e fa la sua porca impressione, ma il panino, grande meno della mia mano e con dentro solo un po' di prosciuto, mi lascia un po' perplesso. Il prosciutto era buono, sicuramente, ma dioboe almeno una fetta di formaggio di malga poteva metterla. Ordino allora una fetta di torta di ricotta di capra che sento decantare ai miei rumorosi vicini di tavolo (in realtà io sono seduto su una panca fuori l'ingresso), e nonostante l'abbia aspettata 20 minuti ammetto che era ottima. Il prezzo però mi schianta al suolo: 12 EURO!!! Birra 5 euro, paninetto ridicolo 3 euro, fettina di torta di ricotta alta circa 1cm la bellezza di 4 euro!
Riparto così alleggerito verso Paularo, sorpasso con una manovra azzardata il solito idiota che guida alla cazzo stando perennemente al cellulare, attraverso la triste e amena Paluzza e parto verso Ravascletto perché vorrei fare la Panoramica delle Vette. L'ho fatta mi pare nel 2007 e da queste parti non giro tanto, come dicevo, per cui non ricordo dove si prende: ma due Africa Twin che mi precedono mi fanno sospettare che anche loro vadano a farla. Un'ingresso "Monte Crostis" mi fa venire il dubbio ma dice che è chiuso e penso sia un'altra strada. Loro entrano per Ravascletto e io li seguo, girano in una strada piccola e idiota e io li seguo, imboccano uno sterrato e io li seguo e dopo 20 mt. li trovo fermi. Mi fermo anche io e non capisco, bo forse hanno sbagliato strada, al che chiedo a uno con un'Africa immacolata "Andate alla Panoramica?" e sto qua tutto seccato mi dice che "No ma non è questa!!!" e solo perché è la sua morosa a cominciare, lui mi spiega dov'è l'ingresso e mi dice che è chiusa. Tento di parlarci un po' ma pare che io gli stia sul cazzo, se comporta come se fossi entrato in camera sua mentre si sta facendo una sega al che ringrazio comunque e torno indietro. Imbocco la strada, che perlappunto era quella del Crostis, ed in effetti dopo poco è chiusa. Potrei passare comunque, ma ci penso e mi dico che non è il caso di andare a spaccare il cazzo agli escursionisti che potrei incrociare su una strada peraltro vietata, e l'eventuale multa è un ulteriore motivo. Mi fa un po' girare i coglioni che questa maestosa strada, punta di diamante del mototurismo carnico, sia chiusa dal GIUGNO 2014 come indicata nel cartello sbiadito e malandato appoggiato per terra e bloccato con un sasso.
La giornata volge al termine, scendo a Villa Santina e vado a farmi la Sella Chianzutan dove, regolari come orologi, i soliti pistaioli della domenica sfrecciano cronometrandosi a vicenda per gli incredibili tornanti di questa strada. Ma invece di guardarli con livore, come quasi sempre ho fatto, lo ammetto, un po' anche li ammiro perché nel complesso usano la moto per quello che dev'essere, e ok saranno in una strada pubblica ma ci sono così tanti automobilisti spaccaminchia e che lo sono solo per farti un dispetto, che a questo punto son convinto che sia meglio sfrecciare senza db-killer, e superare le auto stringendole in rientro, e che di notte è meglio regolare i fari alti e spaccare il cazzo a tutti, perché tanto è una causa persa.
Ultima sosta nel ben noto bar di San Francesco a bere un "aghe e cinar" e svapare un po' mentre dentro due tizi stanno sparlando di un bar che conosco perché non fa gli scontrini! Ma imparate anche voi a non farli, gli scontrini, per non dare altri soldi a quei menagramo di politici ladri e criminali che abbiamo dioboe!
In chiusura sono passato sul Ponte di Pinzano e dall'alto ho guardato con perplessità le centinaia di persone ammassate nello stesso posto a Villuzza a prendere il sole, quando sarebbe bastato attraversare l'acqua, come qualcuno ha fatto, per stare un po' più larghi e isolati. Perché? Perché sempre ammassarsi? Siamo forse formiche?
Ecco. Questo è il mio giro di domenica. Ho fatto strade incredibili, circa 300 km di curve e volontà, tornanti, serpentine nei boschi atri della Carnia, vallate austriache e sterrati montani perduti in un passato di carretti asini e cavalli.
Tanta amarezza, come al solito, al confronto tra l'Italia e l'Austria, ma non proprio, più precisamente tra gli Italiani e gli Austriaci, e questi ultimi solo perché sono andato in Austria. Sarebbe stato lo stesso in Slovenia, come un mese fa, o in Croazia. Abbiamo il governo e lo Stato che ci meritiamo, ma non perché "non imbracciamo i fucili" come si legge spesso su Internet, ma perché siamo semplicemente delle povere teste di cazzo.
E quando vi riempite la bocca con le frasi che la nostra propaganda diffonde, della serie "La Carinzia è fallita", o "Anche la Carinzia è andata in crisi", o "Ecco il sogno della Carinzia com'è finito", rileggetevi queste mie righe: magari fallissimo noi come sarebbero falliti loro!
E tanto per chiudere in bellezza: benzina a € 1,293 al litro, contro gli € 1,615 che ho pagato io a San Daniele del Friuli.
Il Bostro-X, lì 07/06/2015
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