Eroico BIKER senza frontiere.
Elie Wiesel
La notte
Poi cominciò la sfilata. I due adulti non vivevano più. La lingua pendula, ingrossata, bluastra. Ma la terza corda non era immobile: anche se lievemente il bambino viveva ancora...
Più di una mezz'ora restò così, a lottare fra la vita e la morte, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi dovevamo guardarlo bene in faccia. Era ancora vivo quando gli passai davanti. La lingua era ancora rossa, gli occhi non ancora spenti.
Dietro di me udii il solito uomo domandare: "Dov'è dunque Dio?"
E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: "Dov'è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca".
Quella sera la zuppa aveva un sapore di cadavere.
Più di una mezz'ora restò così, a lottare fra la vita e la morte, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi dovevamo guardarlo bene in faccia. Era ancora vivo quando gli passai davanti. La lingua era ancora rossa, gli occhi non ancora spenti.
Dietro di me udii il solito uomo domandare: "Dov'è dunque Dio?"
E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: "Dov'è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca".
Quella sera la zuppa aveva un sapore di cadavere.
COMMENTO ALLA CITAZIONE:
Wiesel qui racconta un'impiccagione. Durante le impiccagioni tutti gli internati erano costretti ad assistere, quindi alla fine erano costretti a passare in sfilata davanti agli appesi e guardarli in faccia.
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Categoria: NARRATIVA
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