Eroico BIKER senza frontiere.
Bostro-X
(citazione senza fonte)
Momento serio del Bostro.
Sono un grafomane. Mi piace scrivere. Scrivere fissa i pensieri, da una regola e una linea al frastuono che ho nel cervello causa le mie molte nevrosi.
Come sapete, per quasi ogni viaggio scrivo un lungo report. Di solito li pubblico nel mio sito. Ciò che non sapete è che non scrivo tutto. Sul sito compare la bozza, ma questa poi la sistemo aggiungendo molti più elementi personali.
Dei tre viaggi più importanti che ho fatto, Libia, Tunisia ed Egitto, ho poi sistemato il racconto e me lo sono stampato sotto forma di libro.
Da qualche tempo me li sono riletti, riportando alla mente tanti ricordi passati, e devo ammettere che ho fatto bene a farlo: a stamparli, e a rileggerli. Dovrei sistemarli ancora un po', mancano un po' di cose, altre dovrei correggerle, ci sono errori di grammatica sparsi... Ma mentre li leggevo a volte davanti agli occhi mi tornavano in mente brevi ricordi quasi come allucinazioni. Odori, come quel tipico odore di umido stantìo dell'erg al mattino, o i rumori attutiti delle cittadine arabe la notte, o lo schioccare della lingua tuareg mentre Mulai Sharif tracciava disegni sulla sabbia davanti al fuoco, o quella particolare sensazione quando guidi per ore in un paesaggio che è completamente alieno a ciò che attraversi nel resto della tua vita per la terribile vita quotidiana, o il viso di qualcuno. Mi è, ad esempio, tornata nettamente in mente la sensazione di quando, appena arrivato a Douz durante il Festival del Sahara, ho avuto la percezione di qualcosa alle mie spalle e giratomi mi sono trovato faccia a faccia con un enorme dromedario cavalcato da un berbero che a tre metri d'altezza mi chiedeva, sorridendo dietro il turbante e l'henné, un accendino.
Be, oggi, in questo momento serio del Bostro, condivido con voi i pensieri che chiudono il mio racconto in Tunisia, pensieri non completamente riportati nel mio sito ma che scrissi in nave nel mio blocco note e poi sistemai a casa e mitigai nel sito internet e che ieri sera mi sono riletto.
La fine si avvicina, sento in ogni momento, attorno a me, l'odore di marcio del termine del nostro viaggio. Viaggio al termine della notte... la percezione fisica del tempo che scorre... i giorni trascorsi in un attimo... gli amici che smetterai di avere a fianco... La vita è una cosa terribile, negarlo è stupido: ogni cosa che ti dà, prima o poi ti verrà tolta. Di ogni cosa avrai sentore della fine, e immancabilmente la fine prima o poi la patirai. La fine di questo viaggio, con le esperienze e le emozioni che mi ha dato, nella mia terribile ed atroce mentalità negativista diventa un simbolo universale del destino annichilente di ogni cosa.
“Onde è la nascita per le cose che esistono, lì si compie anche la loro dissoluzione secondo necessità” diceva Anassimandro. Ai tempi dell'università criticai fieramente questa concezione. Ora sono costretto, mio malgrado, a ricredermi.
Partiamo verso Tunisi, lasciandoci alle spalle gli sterrati, il deserto, le oasi, il Triste, il Carbura, le sofferenze e i divertimenti trascorsi, le liti persino. Non c'è più motivo per lamentarsi, bisticciare, poichè non c'è più una base su cui farlo. C'è solo una lunga strada asfaltata e dritta, che porta km dopo km verso la civilizzazione e con destinazione Tunisi, la metropoli di stampo indubbiamente parigino che appena sbarcati, tre settimane prima, mi era sembrata così romanticamente accogliente, ed ora mi sembra così malvagia nel suo essere l'ultima tappa prima dell'imbarco, ed il simbolo della Fine, con la "f" maiuscola. La Goulette sarà l'ultima Bolgia.
Davanti a me ci sono le moto dei miei due compagni, Fiky e Mighe. Due compagni di viaggio, due amici simpatici, grandi avventurieri, grandi motociclisti. Due persone che non posso non chiedermi quando rivedrò, con tutti gli impegni noiosi e fastidiosi che la vita quotidiana riserva inesorabilmente.
Pensieri lugubri, in contrasto con lo spirito di condivisione ed allegria che ci ha accompagnato fin'ora. Lo so, brutti pensieri, ma se pensavate che questo viaggio sarebbe stato solo allegria, stronzate, birre e sterrati, non è così. Sono tre settimane che li ho sempre a fianco, di giorno, di notte, ai pasti, e tra poco ci separeremo, attorno a noi non ci sarà più l'immensità del paesaggio desertico e predesertico della Tunisia: ci saranno i rispettivi luoghi di lavoro, ci sarà l'inverno friulano, i campi arati, gli alberi spogli, le montagne bianche, i soliti bar ed i soliti luoghi di ritrovo, il lavoro con tutte le sue noie e i suoi nervosismi, il poco tempo a disposizione, la stanchezza e la tensione.
Terrificante. Anche la pausa pranzo che facciamo è triste. Il posto sgrauso che troviamo, infatti, coi capretti appesi, la carne cotta sulla griglia all'aperto, ha qualcosa di stranamente meno sgrauso del solito. Non saprei dire cosa: i capretti appesi con più regolarità, i tavoli sozzi ma sistemati con più ordine, le ordinazioni prese simulando cortesia e buon gusto... Bo, tante cose, non tutte descrivibili. Ed anche se il capretto sarà buonissimo, a tutti quanti noi resterà sullo stomaco.
[...]
Tanta allegria, tanta avventura, tanti panorami e paesi misteriosi, tante persone conosciute, tante esperienze vissute, si sono concluse miseramente in una dissenteria che ha ridotto il ritorno ad un tragicomico e doloroso finale.
[...]
Si perde sempre tutto, alla fine. Succede sempre così. Chissà perché. Lo chiederò al deserto, lui lo saprà sicuramente.
Lui sa tutto.
COMMENTO ALLA CITAZIONE:
Citazione inserita il 17/06/2015
Categoria: BOSTRO
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