Hemingway aveva imparato che il piacere della vita è inseparabile dal dolore: la vita è lotta – è «guerra», diceva l'antichissimo Eraclito".
[...]
Hemingway concepiva la sincerità come il supremo comandamento morale. Anche e innanzitutto nella scrittura, che non deve nascondere quello che l'uomo prova veramente. Il culmine della follia non è forse pensare che l'essere è il nulla? E «nichilismo» non è forse, innanzitutto, pensare che l'essere è nulla? E non è forse per questo antico pensiero che possono esser maturate tutte le radicali distruzioni che scandiscono la storia dell'Occidente?
Articolo Hemingway, il nichilista che sapeva uccidere pubblicato su Il Corriere della Sera del 28/09/2008
Questo sito l'ho realizzato io e quindi è proprietà intellettuale mia e non ne concedo alcuna autorizzazione.
Visitando il sito si sottintende la presa visione della Privacy policy
CONTATTI: info[at]bostro.net
Aggiornamenti via | Torna in cima