Eroico BIKER senza frontiere.
Jon Krakauer
Aria Sottile
A cavalcioni del tetto del mondo, con un piede in Cina e l'altro in Nepal, ripulii la maschera dell'ossigeno dal ghiaccio che vi si era condensato sopra e, sollevando una spalla per ripararmi dal vento, abbassai lo sguardo inebetito sull'immensa distesa del Tibet. A un certo livello, con distacco, comprendevo che la curvatura dell'orizzonte terrestre che s'inarcava ai miei piedi era uno spettacolo eccezionale. Avevo fantasticato tanto, per mesi e mesi, su quel momento e sull'ondata di emozioni che lo avrebbe accompagnato; e ora che finalmente ero lì, in piedi sulla cima del monte Everest, semplicemente non riuscivo a radunare energie sufficienti per concentrarmi.
Erano le prime ore del pomeriggio del 10 maggio 1996 e non dormivo da cinquantasette ore. L'unico cibo che ero riuscito a mandare giù nei tre giorni precedenti era una ciotola di minestra e una manciata di M&M'S. Settimane e settimane di tosse violenta mi avevano lasciato lo strascico di due costole incrinate, che trasformavano in una tortura il semplice atto di respirare. A ottomila metri di quota nella troposfera, la quantità di ossigeno che giungeva al mio cervello era così ridotta che la mia capacità mentale era diventata quella di un bambino ritardato. In quelle circostanze, ero incapace di provare granché, tranne freddo e stanchezza. [...]
L'orologio indicava l'una e diciassette del pomeriggio. Tutto compreso, avevo trascorso meno di cinque minuti sul tetto del mondo.
[ incipit - magnifico e terribile - del libro ]
Erano le prime ore del pomeriggio del 10 maggio 1996 e non dormivo da cinquantasette ore. L'unico cibo che ero riuscito a mandare giù nei tre giorni precedenti era una ciotola di minestra e una manciata di M&M'S. Settimane e settimane di tosse violenta mi avevano lasciato lo strascico di due costole incrinate, che trasformavano in una tortura il semplice atto di respirare. A ottomila metri di quota nella troposfera, la quantità di ossigeno che giungeva al mio cervello era così ridotta che la mia capacità mentale era diventata quella di un bambino ritardato. In quelle circostanze, ero incapace di provare granché, tranne freddo e stanchezza. [...]
L'orologio indicava l'una e diciassette del pomeriggio. Tutto compreso, avevo trascorso meno di cinque minuti sul tetto del mondo.
[ incipit - magnifico e terribile - del libro ]
COMMENTO ALLA CITAZIONE:
Incipit del libro.
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Categoria: NARRATIVA
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