Eroico BIKER senza frontiere.
Friedrich Nietzsche
Da un carteggio
Gli strumenti con i quali scriviamo prendono parte alla formazione dei nostri pensieri.
COMMENTO ALLA CITAZIONE:
Citazione tratta da un articolo letto online: [ link ]
Riguardo la modifica dell'apprendimento e della conoscenza, della lettura in genere, nell'epoca della diffusione di massa di internet. Non solo più però internet di lettura: il navigatore è ormai all'interno di internet stesso grazie a forum, blog, comunità, eccetera. Ora i contenuti sono frammentati, nascono o pensano di nascere nuovi poeti, nuovi narratori, e la ricercabilità di un contenuto è così semplice che pare proprio superare la necessità stessa di successivamente consumare il contenuto. Degli articoli trovati, dei blog consultati, la lettura in realtà riguarda solo le prime righe; oppure è spezzata, una riga qui, una là. Non si pensa più ad assimilare, ma solo a trovare. E anche chi scrive è conscio di questo, o più che altro vittima, egli stesso scrivendo come se fosse il lettore. Per cui pensieri sparsi, rotti, inconcludenti.
Nietzsche scrisse quell'aforisma in una lettera: un suo amico con cui scambiava lettera gli aveva semplicemente fatto notare come, dopo l'acquisto di una macchina da scrivere, la sua lingua stessa di era modificata. Possiamo comunque appurarlo tutti i giorni: scrivi una lettera con word, e ti perderai in allineamenti, grassetti, sottolineati, come se senza di questo strumenti la lettera perdesse in spessore semantico.
Non per altro io, ai tempi della tesi, pur essendo grande amante dei computer e provetto programmatore, preferii staccargli la spina e passare direttamente ad una splendida macchina da scrivere Olivetti Linea 101.
E' significativo il fatto che chi ha fatto emergere la frammentazione del pensiero nel mondo di internet sia una studiosa di Proust, scrittore totalmente all'opposto, in cui la descrizione di un semplice evento può coprire più e più pagine, con frasi di svariate righe.
Il mio parere? Leggete Proust. Punto.
Riguardo la modifica dell'apprendimento e della conoscenza, della lettura in genere, nell'epoca della diffusione di massa di internet. Non solo più però internet di lettura: il navigatore è ormai all'interno di internet stesso grazie a forum, blog, comunità, eccetera. Ora i contenuti sono frammentati, nascono o pensano di nascere nuovi poeti, nuovi narratori, e la ricercabilità di un contenuto è così semplice che pare proprio superare la necessità stessa di successivamente consumare il contenuto. Degli articoli trovati, dei blog consultati, la lettura in realtà riguarda solo le prime righe; oppure è spezzata, una riga qui, una là. Non si pensa più ad assimilare, ma solo a trovare. E anche chi scrive è conscio di questo, o più che altro vittima, egli stesso scrivendo come se fosse il lettore. Per cui pensieri sparsi, rotti, inconcludenti.
Nietzsche scrisse quell'aforisma in una lettera: un suo amico con cui scambiava lettera gli aveva semplicemente fatto notare come, dopo l'acquisto di una macchina da scrivere, la sua lingua stessa di era modificata. Possiamo comunque appurarlo tutti i giorni: scrivi una lettera con word, e ti perderai in allineamenti, grassetti, sottolineati, come se senza di questo strumenti la lettera perdesse in spessore semantico.
Non per altro io, ai tempi della tesi, pur essendo grande amante dei computer e provetto programmatore, preferii staccargli la spina e passare direttamente ad una splendida macchina da scrivere Olivetti Linea 101.
E' significativo il fatto che chi ha fatto emergere la frammentazione del pensiero nel mondo di internet sia una studiosa di Proust, scrittore totalmente all'opposto, in cui la descrizione di un semplice evento può coprire più e più pagine, con frasi di svariate righe.
Il mio parere? Leggete Proust. Punto.
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Categoria: FILOSOFIA
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