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Robert E. Fulton Jr.

One Man Caravan

Dov'era quella notte che mi aveva riempito l'anima, dov'erano quegli uomini semplici, i fuochi, le ombre danzanti? Il sole - il Magico Cacciatore d'Oriente - aveva distrutto ogni cosa, non con una pietra ma con un macigno.
Attraverso i massicci portali del caravanserraglio si riversarono autobus stracarichi di arabi con la pelle scura e le vesti cenciose: dentro, fuori, sul tetto, sui parafanghi, sul cofano - erano ovunque. La notte era finita. Questo era il giorno, saturo di taniche di benzina, gas di scarico e camion; questo era il XX secolo. Dov'erano i cammelli, le navi del deserto che avanzavano arrancando nella sabbia? Ora sulle dune millenarie le merci erano trasportate da navi d'acciaio che macinavano i chilometri, guidate da arabi cinici come tassisti.
La Siria è stata raggiunta dalla civiltà e oggi è una terra di anacronismi. Nel raggio di una manciata di miglia si incontrano castelli crociati e moderni college in stile americano, tende beduine e autostrade militari, cedri del Libano e camion enormi che vomitano odore di gomma bruciata nell'aria desertica.
[ Fulton, dopo una notte passata in un caravanserraglio con una carovana di nomadi, si sveglia all'alba e non li trova già più, ripartiti di fretta per sfuggire a quelli che "dormono nelle case". Si fa fatica a pensare che questo libro narra avvenimenti del 1932]

Citazione inserita il 12/02/2014
Categoria: NARRATIVA




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