Eroico BIKER senza frontiere.
IL GIORNO DELL'INVASIONE
Larry Niven
- Categoria libro: Fantascienza
- Stato lettura: LIBRO CONCLUSO il 09/11/2015
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Inquietante la progressione dell'invasione aliena. Veramente inquietante. Il libro è bello, intrigante, inquietante, angosciante, a tratti buffo. Ma ci sono delle cose che non mi sono andate giù.
1) il libro spinge anche sulle diatribe politiche scatenantesi in seguito all'invasione alienta. Mi pare un po' spinta all'eccesso questa cosa, soprattutto riguardo i russi che saranno quello che sono, ma non sono una manica di idioti. Vengono presentati troppo ossessivamente concentrati nella loro lotta al capitalismo e al consumismo occidentale, mentre penso che nonostante tutto, in una situazione di dramma estremo come quella presentata, non si barricherebbero in maniera così nevrotica dietro le loro credenze filosofico politiche.
2) il libro è un po' troppo cinematografico: la trama segue una linea che rispecchia più il cinema che la narrativa. Così ci sono un sacco di micro-avvenimenti inseriti nella narrazione che starebbero meglio in pellicola, mentre in una dimensione letteraria non fanno altro che rallentare la narrazione.
3) Gli alieni, come in buona parte della fantascienza, sono troppo "animali": in molti libri che parlano di invasioni aliene o contatti con altre razze queste ultime sono sempre più schiave di impulsi istintuali che nel nostro mondo vediamo più sugli animali. L'animale uomo è sempre più "libero"; più spinto a seguire l'etica, o le abitudini storicizzate, piuttosto che, come in questo caso, periodi di calore delle femmine, impulsi ormonali, istinti del branco, e via dicendo. Gli scrittori di fantascienza peccano, in sostanza, quasi sempre di antropocentrismo e, per creare una razza aliena, non fanno altro che prendere una forma umana e la "animalizzano". Un esempio: l'uomo ha l'estro nascosto, perché gli alieni no? O ancora più incisivo è il fatto del fango, del bagnarsi nel fango dei Pfith (o come cazzo si chiamano): il lavarsi nell'uomo non è solo un'abitudine, ma una necessità, e questo sembra sparire nel fatto che gli "elefantini" si dilettino a stare nel fango che non è assolutamente qualcosa di senso pratico, visto che lo fanno anche gli elefanti ma solo perché un elefante non può inventare il vestiario. Niven, in realtà, ha ideato un escamotage per giustificare questa caratteristica degli alieni: nel loro mondo c'era una razza intelligente precedente alla loro evoluzione, che loro chiamato i Predecessori, e ai cui reperti loro hanno attinto per costruire la nave spaziale. Sicché è una razza giovane d'evoluzione, ma con una tecnologia più avanzata della nostra. A mio avviso è un escamotage stupido. 4) Il finale è a dir poco vergognoso.
Nel complesso, comunque, nonostante questi punti, è un buon llibro di fantascienza intrigante che però avrebbe potuto essere scritto molto meglio.
1) il libro spinge anche sulle diatribe politiche scatenantesi in seguito all'invasione alienta. Mi pare un po' spinta all'eccesso questa cosa, soprattutto riguardo i russi che saranno quello che sono, ma non sono una manica di idioti. Vengono presentati troppo ossessivamente concentrati nella loro lotta al capitalismo e al consumismo occidentale, mentre penso che nonostante tutto, in una situazione di dramma estremo come quella presentata, non si barricherebbero in maniera così nevrotica dietro le loro credenze filosofico politiche.
2) il libro è un po' troppo cinematografico: la trama segue una linea che rispecchia più il cinema che la narrativa. Così ci sono un sacco di micro-avvenimenti inseriti nella narrazione che starebbero meglio in pellicola, mentre in una dimensione letteraria non fanno altro che rallentare la narrazione.
3) Gli alieni, come in buona parte della fantascienza, sono troppo "animali": in molti libri che parlano di invasioni aliene o contatti con altre razze queste ultime sono sempre più schiave di impulsi istintuali che nel nostro mondo vediamo più sugli animali. L'animale uomo è sempre più "libero"; più spinto a seguire l'etica, o le abitudini storicizzate, piuttosto che, come in questo caso, periodi di calore delle femmine, impulsi ormonali, istinti del branco, e via dicendo. Gli scrittori di fantascienza peccano, in sostanza, quasi sempre di antropocentrismo e, per creare una razza aliena, non fanno altro che prendere una forma umana e la "animalizzano". Un esempio: l'uomo ha l'estro nascosto, perché gli alieni no? O ancora più incisivo è il fatto del fango, del bagnarsi nel fango dei Pfith (o come cazzo si chiamano): il lavarsi nell'uomo non è solo un'abitudine, ma una necessità, e questo sembra sparire nel fatto che gli "elefantini" si dilettino a stare nel fango che non è assolutamente qualcosa di senso pratico, visto che lo fanno anche gli elefanti ma solo perché un elefante non può inventare il vestiario. Niven, in realtà, ha ideato un escamotage per giustificare questa caratteristica degli alieni: nel loro mondo c'era una razza intelligente precedente alla loro evoluzione, che loro chiamato i Predecessori, e ai cui reperti loro hanno attinto per costruire la nave spaziale. Sicché è una razza giovane d'evoluzione, ma con una tecnologia più avanzata della nostra. A mio avviso è un escamotage stupido. 4) Il finale è a dir poco vergognoso.
Nel complesso, comunque, nonostante questi punti, è un buon llibro di fantascienza intrigante che però avrebbe potuto essere scritto molto meglio.
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