Consiglio di lettura. Libro piuttosto scomodo: scomodo per narra dall'interno come nacque e cos'è la dittatura Cubana, e con questo tema perde già il 30% della popolazione di lettori; narra dall'interno l'omosessualità anche nei dettagli intimi, e con questo tema perde un altro 50% della stessa popolazione. Rimane il 20% della popolazione, e di questa solo il 2% legge libri che non siano quelli dei minchioni di Zelig e simili. Quindi un libro per pochissimi, ma un libro bellissimo.
Ci sono molte cose criticabili. A me lascia di stucco la facilità con cui Reinaldo fa sesso: cioé, trova più cazzi di lui di quanto uno trova figa in una vita intera, per parlarci chiaro! Di continuo, e con estrema facilità. Forse è una mossa per dare giustificare l'omosessualità, facendola apparire più diffusa di quanto si pensi? Non lo so, il dubbio c'è... ma il dubbio è ininfluente riguardo il giudizio nei confronti del libro.
Molte cose non tornano: ad esempio, a El Morro dice che le celle nei sotterranei erano perfettamente insonorizzate così anche se urlavi non ti sentiva nessuno; però poi dice che sentiva un altro prigioniero cantare, e lo sentiva bene. Oppure che dava colpi sul muro per farsi sentire da un altro che gli era a fianco ed era impazzito e urlava.
Molte cose non tornano anche della sua fuga. E il giudizio riguardo Garcia Marquez è impietoso: giudica tutto lo scrittore perché divenne amico di Castro. Ok, parla della persona, ma non dei suoi libri, che in definitiva giudicano impietosamente la tirannie (ad esempio, il Dittatore).
Tolto ciò, sono dei dubbi, critiche, o lati negativi troppo piccoli nel complesso globale di un'opera che, ripeto, è sfortunatamente per pochi eletti.